Friuli Venezia Giulia

centro massaggi cinese sfruttamento prostituzione

12.07.2025 – 9.16 – Centro massaggi cinese chiuso per sfruttamento della prostituzione. Durante la primavera, dopo un’attenta attività di monitoraggio su vari “centri massaggi” gestiti da cittadini cinesi, i Carabinieri di Via Hermet hanno concentrato i propri sospetti su un’attività, nel centro cittadino, in cui la titolare, una 47enne di nazionalità cinese, sfruttava la propria dipendente connazionale, inducendola ad esercitare attività di prostituzione. Le indagini, dirette dal pm Federico Frezza hanno permesso di accertare la responsabilità della donna.  È stato dunque monitorato un flusso giornaliero di una ventina di clienti che, per ogni prestazione sessuale, pagavano una somma variabile tra 80 e 120 euro. La maîtresse, al fine di sviare eventuali indagini, aveva dato disposizione alla meretrice di nascondere il denaro sotto un tappeto per prelevarlo in un momento differente, in modo tale da non essere entrambe presenti nello stesso momento. Si è dunque svolto il controllo e la perquisizione dell’immobile utilizzato, all’interno del quale è stata trovata documentazione probatoria nonché parte del denaro in contanti derivante dall’attività illecita.

L’esercente è stata quindi denunciata per favoreggiamento della prostituzione mentre l’appartamento sottoposto a sequestro preventivo. La gestione dei centri massaggi nasconde fenomeni di grave sfruttamento delle donne che vi “lavorano”, alle quali vengono imposti turni pesantissimi (in genere dalle 9 alle 23, senza mai o quasi mai uscire, nemmeno pe consumare i pasti) e con corresponsione di compensi irrisori, che raramente superano il 20% dell’incasso. Si tratta evidentemente di uno sfruttamento intollerabile in una società civile, caratterizzato da vittime silenziose e invisibili ovvero da soggetti fragili in quanto del tutto incapaci (soprattutto per la scarsa conoscenza della lingua italiana, ma anche per paura degli sfruttatori e per timore di ritorsioni verso i parenti) di far valere i propri diritti fondamentali.

[e.b.]




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