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Celebre attivista siriano trovato morto nel carcere di Sednaya

agenzia

Hamada era divenuto la vittima-simbolo della brutalità di Assad

Di Redazione |

ROMA, 10 DIC – I social media sono stati inondati di
tributi ed espressioni di dolore da parte di attivisti per i
diritti umani e della diaspora siriana dopo che un famoso
attivista siriano, Mazen al-Hamada, torturato sotto il governo
di Bashar al-Assad, è stato oggi trovato morto nella famigerata
prigione di Sednaya, tristemente nota come ‘mattatoio umano’. Lo
riferisce il portale di notizie Middle East Eye, sottolineando
che il corpo di al Hamada è stato trovato con segni visibili di
tortura e ripercorrendo la sua odissea iniziata durante i primi
anni della rivolta siriana, nel 2011 e nel 2012, quando venne
arrestato più volte.
Dopo il suo rilascio nel 2014, Hamada
ottenne l’asilo politico nei Paesi Bassi e decise di
sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti
del governo e sulle brutali tattiche utilizzate nelle prigioni
del regime di Bashar al Assad. Per anni ha viaggiato attraverso
l’Europa e gli Stati Uniti, raccontando gli orrori a cui ha
assistito e che ha sopportato. Ha descritto gli abusi sessuali,
stupri e scosse elettriche che ha dovuto subire, e come nelle
prigioni venne appeso al soffitto con catene che gli hanno
lasciato solchi nei polsi. E ancora, di essere stato picchiato e
torturato dalle guardie che gli hanno rotto le costole
saltandogli addosso e bruciato la pelle con mozziconi di
sigaretta.
Il Guardian lo descrive con gli occhi infossati e il volto
tormentato e ricorda le sue lacrime mentre descriveva la
profondità degli orrori che aveva vissuto, che lo hanno reso un
simbolo dei crimini commessi dal regime di Assad contro coloro
che si erano espressi contro di lui. Nel 2020 era tornato in
Siria nel 2020, per motivi sconosciuti, affermando aver avuto
garanzie che non era nella lista dei ricercati del governo, ma
venne in realtà arrestato e non si erano avute più sue notizie,
era tra le tante persone formalmente scomparse, fino ad oggi.
“La foto del suo corpo torturato è sufficiente a scatenare
mille rivoluzioni. Rimarrà per sempre uno degli eroi più
coraggiosi della Siria”, ha scritto un utente su X, come riporta
Mee. “Mazen, ti abbiamo deluso tutti. Mazen, mi dispiace tanto,
mi dispiace tanto che questo mondo sia così sporco. Mi dispiace
che i tuoi occhi non abbiano mai smesso di lacrimare per tutti
questi anni”, ha scritto Celine Kasem, un’attivista siriana, su
X. E ancora: “Sebbene la voce di Mazen al-Hamada sia stata messa
a tacere, egli è ancora oggi testimone della brutalità del
regime. I suoi occhi sottolineano ogni parola che ha detto”, ha
scritto ancora un altro utente.

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