Umbria

C’è un cementificio zero emissioni: i gas iniettati a 2 mila metri sotto il mare


di M.T.

Il processo di realizzazione del cemento è probabilmente il più complicato da decarbonizzare. C’è riuscita però la Norvegia che con il nuovo progetto riesce a selezionare e catturare le emissioni di un cementificio, poi a comprimerle e iniettarle sotto i fondali marini dove delle cavità naturali e impermeabili che prima ospitavano petrolio, possono contenerlo. Parliamo dello storico cementificio di di Brevik, oggi dotato di un tecnologico camino, dal quale viene estratta la Co2 che poi viene trasferita in un impianto di stoccaggio metanico a Øygarden, a Nord di Bergen, prima di essere pompata via tubo e stoccata in via permanente in un deposito geologico a oltre 2.600 metri sotto il fondale del mare del Nord.

Qui, sotto il fondale, si trova un innovativo deposito geologico per lo stoccaggio permanente della Co₂ liquefatta, parte fondamentale del progetto Longship Ccs. Questo impianto sfrutta una vecchia formazione di gas esaurito, una specie di “contenitore naturale” fatto di rocce porose, sigillate da strati impermeabili che impediscono al gas di risalire in superficie. Qui la Co₂, compressa e trasformata in forma liquida, viene iniettata e rimane intrappolata in modo sicuro.

Il progetto Longship Ccs è il primo in Europa a unire tutte le fasi per catturare, trasportare e conservare la Co₂ prodotta dalle industrie. Il suo avvio è stato festeggiato a Brevik, in Norvegia, con la presenza di importanti personalità come il principe ereditario Haakon, il ministro dell’Energia norvegese e il capo di HeidelbergMaterials, l’azienda che gestisce il cementificio di Brevik. Questo stabilimento è il primo al mondo a ridurre quasi completamente le emissioni di anidride carbonica grazie a questa tecnologia.

L’Umbria ha due storici cementifici, entrambi collocati nella città di Gubbio. Da alcune stime è possibile dedurre come la produzione congiunta possa arrivare o persino superare un milione di tonnellate annue di cemento. La città di Gubbio infatti produce l’8 percento di tutto il cemento prodotto in Italia. le dimensioni di produzione ci avvicinano al cementificio norvegese di Brevik che ne produce 1,2 milioni, rispetto al quale è stata calcolata una produzione di Co2 pari a 800mila tonnellate l’anno.

Grazie all’esperienza maturata a Brevik, HeidelbergMaterials sta studiando come applicare questa tecnologia in altri impianti in Europa e Nord America. Tra questi c’è anche una cementeria italiana a Rezzato, vicino a Brescia, che potrebbe diventare il primo impianto in Italia senza emissioni di Co₂.

Longship è un progetto importante perché dimostra che si può combattere il cambiamento climatico catturando la Co₂ direttamente dove viene prodotta, trasportandola in forma liquida via nave e immagazzinandola in modo sicuro sotto il Mare del Nord. Il deposito può inizialmente contenere 1,5 milioni di tonnellate di Co₂ all’anno, con l’obiettivo di aumentare questa capacità fino a 5 milioni.

Il progetto è sostenuto da un grande investimento pubblico e coinvolge una collaborazione tra grandi aziende energetiche. Inoltre, il sistema è aperto anche ad altre industrie europee che vogliono ridurre le loro emissioni, con già alcuni accordi firmati con aziende di diversi Paesi.

In poche parole, Longship mostra come la tecnologia può aiutare a ridurre l’inquinamento industriale e rappresenta un modello da seguire per rendere più pulita l’industria in tutta Europa.

La profondità e la pressione elevata mantengono la Co₂ in uno stato denso, riducendo il suo volume e facilitandone lo stoccaggio. Il sito è stato scelto anche perché l’area è già ben attrezzata grazie all’esperienza dell’industria petrolifera, che ha sviluppato infrastrutture come gasdotti e sistemi di monitoraggio, utili per garantire la sicurezza dell’intero processo.

La Co₂ arriva dal cementificio di Brevik, dove viene catturata prima di essere liquefatta e trasportata via nave. Una volta arrivata, viene compressa ulteriormente e pompata nel deposito sottomarino.

Per assicurare che la Co₂ non fuoriesca, il sito è costantemente monitorato con tecnologie avanzate che rilevano eventuali movimenti o perdite. Questo sistema permette di immagazzinare grandi quantità di anidride carbonica in modo permanente, contribuendo in modo concreto alla riduzione delle emissioni e alla lotta contro il cambiamento climatico.

In sostanza, il deposito sotto il Mare del Nord è una soluzione tecnologica all’avanguardia che trasforma la Co₂ da problema ambientale a materiale da isolare in sicurezza, sfruttando le caratteristiche naturali del sottosuolo e le infrastrutture esistenti per proteggere l’atmosfera.

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