Marche

Cavallari, una fuga in Spagna a tavolino. Caccia ai complici, ci vorrà un mese per l’estradizione (intanto è detenuto a Barcellona)

ANCONA Dall’Italia alla Spagna con una nuova identità, un cellulare, un buon gruzzoletto di contanti e una carta di credito con cui poter spendere e spandere. Andrea Cavallari non ha fatto tutto da solo. La sua è stata una fuga studiata a tavolino con la complicità di una rete di fiancheggiatori. Quei sodali a cui stanno dando la caccia i carabinieri del Nucleo Investigativo e gli agenti della Polizia penitenziaria di Bologna, la cui procura è competente per i reati di evasione e favoreggiamento.

 

Le ombre

Si cerca a ritroso, in quei contatti tessuti in carcere, alla Dozza di Bologna, dal 26enne modenese condannato in via definitiva a 11 anni e 10 mesi di reclusione per la strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo: sei morti e duecento feriti. Gli investigatori studieranno i profili di chi gli ha fatto visita e degli altri detenuti con cui aveva stretto un legame. In un paio di frame arrivate dalle telecamere di un albergo di Barcellona lo si vede con il cellulare in mano. Qualcuno deve averglielo provocato, così come gli 800 euro falsi (in banconote da 20) che la polizia spagnola gli ha trovato addosso al momento della cattura, giovedì mattina, mentre faceva il check out da un albergo di Lloret de Mar.

Il blitz

Era stato individuato in quella struttura ricettiva già il giorno prima, ma il blitz è scattato al momento giusto, prima che potesse scappare di nuovo, trovando una nuova sistemazione. Gli inquirenti tendono ad escludere una fuga, almeno nell’immediatezza, fuori dai confini europei. Sulla carta d’identità italiana c’era il nome fittizio di Antonio Saitta, mentre la carta credito, inserita nel telefono, riportava l’intestazione di una donna.

La transazioni

I pagamenti digitali utilizzati anche per le minime spese sarebbero stati un boomerang per il rapinatore con lo spray al peperoncino. Gli investigatori bolognesi e i carabinieri di Ancona sono riusciti, con un lavoro certosino, a rintracciare i movimenti di quella carta e associarli a Cavallari. Faceva shopping come un turista: per pagare gli alberghi, i souvenir, i pasti al ristorante e i caffè al bar. Ha pagato anche un solo euro con la carta di credito, sicuro che nessuno potesse rintracciarlo. Resta da capire anche come sia arrivato in Spagna. Solo qui il 26enne ha dimorato stabilmente. Non ha la patente, dunque ha affrontato il viaggio via treno o con mezzi con l’autista. Per l’estradizione ci vorrà un mese. A chiederla sarà la procura generale di Ancona, competente per l’esecuzione della pena. La richiesta verrà gestita dall’Audencia Nacional. Ieri il tribunale spagnolo ha disposto la custodia cautelare di Cavallari nel carcere di Brians (Barcellona). «La sua cattura è un successo nella cooperazione internazionale contro la criminalità» ha detto il ministro della Giustizia Carlo Nordio.




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