Cavallari, la fuga è finita. Il rapinatore con lo spray di Corinaldo faceva il turista in Spagna. Tradito dallo shopping. Era scappato dopo la laurea a Bologna
ANCONA Soggiorni in hotel, shopping nei negozi di souvenir e le colazioni al bar. Più che una fuga per scappare dalla giustizia italiana, è stata una vacanza per Andrea Cavallari. La latitanza del 26enne modenese condannato in via definitiva per la strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo è terminata ieri mattina mentre si apprestava a lasciare un albergo di Lloret del Mar, cittadina turistica della Costa Brava a 75 chilometri da Barcellona. È stata la polizia spagnola, su input dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Ancona e della Polizia Penitenziaria di Bologna, a catturarlo.
Senza armi
T-shirt e occhiali da sole vistosi, non ha opposto resistenza. Era solo e disarmato. Con sé aveva una carta d’identità fittizia (col nome di un ragazzo italiano estraneo ai fatti) e 800 euro falsi. Era latitante dal 3 luglio, quando non si era presentato al carcere di Bologna (dove sta scontando la pena di 11 anni e 10 mesi di reclusione) dopo essere uscito senza scorta per andarsi a laureare in consulenze del lavoro e delle relazioni aziendali, alla facoltà di Scienze Giuridiche. Voto: 92 su 110. Terminato il pranzo con i familiari in un ristorante di pesce del centro storico di Bologna, la sparizione. Sarebbe dovuto tornare in cella alle 18. Ha salutato madre, patrigno e nonna dicendo che andava a trovare la fidanzata, una ragazza che agli investigatori ha riferito di non aver più nulla a che fare con Cavallari da almeno due anni. Un escamotage, quello di tirare in ballo la giovane, per costruire una falsa pista. A passarlo a prendere in auto alla fine della festa sarebbero stati un paio di amici. Quello che è avvenuto dopo, chi lo ha spalleggiato e come possa essere arrivato in Spagna – sicuramente via terra – è in fase di ricostruzione da parte degli inquirenti bolognesi, competenti per il reato di evasione e per il favoreggiamento ad opera dei complici, ancora ignoti.
Le indagini
Stando alle indagini, il 26enne non ha dimorato stabilmente in altri Paesi. L’obiettivo era arrivare in Spagna e camuffarsi come un normale viaggiatore che in estate gira le mete turistiche più ambite. Si è procurato un documento falso, un cellulare (lo aveva già in cella), soldi e una carta di credito virtuale, intestata a una ragazza italiana ignara di tutto, con una capacità economica considerevole.
Elementi di «una fuga programmata nei dettagli e ben strutturata» come hanno detto il procuratore generale Roberto Rossi e il comandante del Nucleo Investigativo di Ancona, Carmine Elefante. Fin da subito, gli investigatori hanno cercato di ricostruire passo passo i movimenti del rapinatore con la bomboletta (i sodali lo chiamavano “lo staccatore” per le sue abilità furtive), scandagliando telecamere, flussi telefonici e device di pagamento. A tradire Cavallari, che si è detto sempre estraneo ai sei morti della Lanterna, sarebbero stati proprio i pagamenti fatti con la carta di credito.
Il primo match è arrivato il 13 luglio, quando Cavallari è stato ripreso dalle telecamere interne di un hotel nel centro di Barcellona. Stava facendo il check out. Cappellino in testa, ciabatte bianche e completo da mare nero. Non si era fatto crescere neppure la barba per improntare un minimo camuffamento. Un perfetto turista capace di fare decine di pagamenti digitali e tenere un tenore di vita medio-alto. Il 26enne non avrebbe badato troppo alle spese, togliendosi sfizi e facendo shopping. Carabinieri e agenti del Nucleo investigativo della Penitenziaria sono riusciti a tracciare l’acquisto di souvenir e le consumazioni al bar per prendere i caffè. La carta di credito intestata a un’altra persona deve avergli fatto credere di poter starsene tranquillo. Tanto che, dopo la toccata a Barcellona, è arrivato a Lloret de Mar.
Il blitz
Quando il modenese (condannato per omicidio preterintenzionale, associazione per delinquere, lesioni personali, furti e rapine) è stato individuato con certezza, è scattato il blitz. Ieri mattina, attorno alle 10, la cattura della Policia national nella cittadina che si affaccia sul mare, teatro di movida e divertimento per i più giovani. Un ritorno al passato per Cavallari, considerato dagli inquirenti dorici come uno dei leader della banda che scorrazzava su e giù per l’Italia andando a rubare catenine d’oro agli avventori delle discoteche utilizzando lo spray al peperoncino. Quando è stato fermato, aveva appena fatto il check out dall’hotel, pronto a cambiare destinazione. La vacanza del latitante è finita nel carcere di Barcellona. Ci rimarrà fino a che non verrà dato il nulla osta per l’estradizione, cosa che avverrà entro una decina di giorni. Deve finire di scontare la pena di 11 anni e 10 mesi, completata finora a metà all’interno di un percorso che, prima della fuga, gli avrebbe consentito di accedere a stretto giro ad altri benefici. Una pena che, inevitabilmente, ora si allungherà per i reati commessi nelle ultime due settimane.