Caterina Ferrero chiude il suo negozio di Vigone dal sapore artigiano e di comunità – Torino Oggi
Lo aveva aperto nel 1989 e lo ha tenuto in vita sino a domenica 22 dicembre, ultimo giorno di lavoro prima di chiudere per la pensione. Il negozio di Caterina Ferrero, nella piccola via Oggero Bessone a Vigone, portava il suo nome ed era un po’ merceria, un po’ vendita di tessuti e di intimo. Un’attività dal sapore artigiano, che negli anni è diventata un luogo di ritrovo e di riferimento, anche solo per due parole.
“Già a 10 anni, nelle vacanze dalla scuola, andavo a imparare da una sarta – spiega Ferrero –. Poi ho rilevato il negozio da Germana Bessone”. E qui ha messo in campo la sua esperienza e la sua voglia di fare. La sua attività è stata uno specchio del tempo che è passato in paese e dell’evoluzioni macroeconomiche. “In passato Vigone era molto più vivo. Oggi ci sono persone che lavorano fuori e vengono qui solo a dormire” ricorda. Anche la sua attività è cambiata negli anni: “Fino a 10-15 anni fa si lavorava bene, avevamo molto più campionario, perché c’era smercio – rivela –. Un tempo andavo tutte le settimane a rifornirmi in magazzino a Settimo, da qualche anno, invece, si lavora solo più sul singolo pezzo”. Minori volumi e una lotta quotidiana per la sopravvivenza, dopo la crisi economica e finanziaria mondiale del 2007-2008, come i negozi di paese sanno bene. Ma non solo loro: “Quando ho annunciato la mia chiusura per andare in pensione ai fornitori, ho scoperto che anche diversi magazzini chiuderanno a fine anno”.
A cambiare negli anni, ovviamente, sono state anche le mode e le preferenze di acquisto: “Un tempo si vendevano tanti collant, perché si portavano di più le gonne. Ultimamente vendevi ancora intimo e articoli di merceria, molto meno i tessuti, perché non ci sono più sarte”. Proprio il fatto di essere una merceria, mentre diverse nei dintorni sono sparite, ha fatto sì che negli anni la clientela non fosse solo vigonese, ma arrivasse pure da paesi limitrofi come Airasca, Pancalieri o Villafranca Piemonte.
Il negozio di Ferrero ha saputo conquistare una clientela affezionata e consolidarla: “Si sono create amicizie, che sono andate oltre l’attività. Inoltre, negli ultimi giorni, ho avuto la fila di persone che venivano a salutarmi – racconta contenta –. Il mio negozio è diventato un luogo di riferimento, dove si parlava, e anche gli amici di mia figlia o dei miei nipoti si davano appuntamento qui. Sarà proprio il contatto con il pubblico a mancarmi. A volte facevo anche un po’ da ‘psicologa’, la gente mi raccontava i suoi problemi o le situazioni che la preoccupavano, perché sapeva che ascoltavo, senza fare pettegolezzi”.