Catanzaro, soldi in cambio della casa popolare: i favori alla criminalità dai “furbetti” dell’Aterp
Il mercato parallelo degli alloggi popolari avrebbe consentito non solo ad alcuni dipendenti dell’Aterp di ottenere mazzette e regalie, ma avrebbe garantito anche un porto franco agli esponenti della criminalità locale. In alcune delle vicende finite al centro dell’inchiesta condotta da Digos e Carabinieri emergono presenze e interessi legati al contesto criminale catanzarese.
Innanzitutto c’è la criminalità rom che ormai da anni ha trasformato le palazzine delle case popolari della periferia sud in piazze di spaccio attive 24 ore su 24 e controllate da vedette e telecamere di sorveglianza. Non a caso negli affari illeciti contestati dalla Procura ai dipendenti Aterp arrestati un ruolo da protagonista lo ha Gianluca Bevilacqua noto con lo pseudonimo di “core malato”, soggetto di etnia rom con precedenti penali. Proprio il suo curriculum criminale lo avrebbe reso, secondo gli inquirenti, prezioso per l’associazione a delinquere. Infatti, essendo un elemento di spicco della criminalità di etnia rom, egemone nel quartiere di Viale Isonzo di Catanzaro, avrebbe svolto quelle funzioni di controllo del territorio consentendo di perpetuare il sistema parallelo ed illecito di assegnazione delle abitazioni. In pratica il suo carisma all’interno della comunità rom avrebbe svolto una funzione deterrente impedendo che gli alloggi lasciati liberi venissero occupati abusivamente da altri soggetti. In cambio Bevilacqua avrebbe avuto la possibilità di occupare diverse abitazioni, per se stesso e per i propri familiari. Inoltre, secondo la testimonianza raccolta dagli inquirenti, vi era l’interesse anche a mantenere alcuni appartamenti vuoti per utilizzarli come depositi per le sostanze stupefacenti.
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