Economia

Cassazione: se trattenimento non convalidato, migrante sia liberato

Per la Cassazione il trattenimento nei Cpr in attesa di un provvedimento bis del questore se il primo non è stato convalidato è una privazione della libertà senza alcun titolo. La prima sezione penale della Suprema corte ha rinviato alla Consulta i suoi dubbi di costituzionalità sul Dl 28 marzo 2025, n. 37, convertito, con modificazioni, dalla legge 23 maggio 2025, n. 75 (Disposizioni urgenti per il contrasto all’immigrazione irregolare).

Il rinvio alla Consulta

La norma (articolo 6 comma 2bis) è finita nel mirino dei giudici per la parte in cui prevede che il richiedente che ha presentato domanda di asilo in un centro sia comunque trattenuto nel centro anche se un giudice ha negato la convalida del provvedimento che dispone la restrizione, in attesa di un provvedimento bis adottato dal questore, entro 48 ore. Per la Cassazione si tratta di una restrizione della libertà personale introdotta per legge, quando la mancata convalida in prima battuta imporrebbe la immediata liberazione. Ad avviso della Suprema corte, la norma – introdotta in Commissione senza alcun esame della problematica da parte dell’ufficio studi di Camera e Senato – entra in rotta di collisione con i principi costituzionali, con la Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, oltre che con le norme sovranazionali.

Nell’esprimersi sul caso che ha dato l’avvio all’ordinanza, la Cassazione afferma che, vista la certa rilevanza costituzionale della questione, in caso di mancata convalida del trattenimento in un Cpr, il richiedente asilo deve essere subito liberato e non può rimanere trattenuto in un Centro fino ad un massimo di 48 ore come prevede la norma. Il ricorso esaminato riguarda un migrante che era stato portato nel Cpr di Gjader in Albania e poi, una volta non convalidato il trattenimento, trasferito nel Centro di Bari e lì trattenuto dal 4 al 5 luglio scorso, determinando così una “evidente lesione del bene primario della libertà personale”.

Alle Unite i risarcimenti per illegittimo trattenimento nei Cie

Sempre dalla Cassazione è arrivato anche un rinvio alle Sezioni unite per decidere in merito ai risarcimenti in caso di illegittima proroga del trattenimento nei Cie dello straniero entrato illegalmente in Italia. Le Sezioni unite dovranno dunque chiarire se «il presupposto per potersi configurare un obbligo risarcitorio è che siano stati previamente esperiti tutti i rimedi che l’ordinamento appresta avverso il provvedimento giurisdizionale che si assume foriero di danni».

La Corte ha chiarito che sul tema non risultano precedenti nella giurisprudenza dell’Unione né in quella di legittimità. Il responso al quesito ha dunque un chiaro valore ed è destinato ad avere ricadute in molti giudizi.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »