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Caso Blake Lively-Justin Baldoni, l’attrice chiede 161 milioni di dollari di danni per diffamazione

All’affaire Blake LivelyJustin Baldoni si aggiunge un nuovo capitolo. Come rivela la stampa americana, l’attrice chiede 161 milioni di dollari di danni per la presunta campagna diffamatoria lanciata contro di lei durante l’uscita di It Ends With Us. Lively, come noto, a fine 2024 aveva denunciato Baldoni sostenendo che sul set del film in cui avevano recitato insieme lui l’aveva sottoposta a molestie sessuali «inquietanti». E poi aveva montato una campagna online per «distruggere» la sua credibilità. L’attrice aveva fatto causa per diffamazione non solo a Baldoni ma anche al produttore Jamey Heath, al direttore dello studio Steve Sarowitz e ai loro addetti stampa. Sostenendo che, dopo aver denunciato le molestie sessuali, era stata vittima, per ritorsione, di pubblici «insulti al vetriolo» che avrebbero devastato la sua immagine e la sua reputazione. Un danno che i suoi avvocati, come si scopre ora, quantificano appunto in 161 milioni di dollari.

I legali di Lively spiegano la cifra nel dettaglio. L’attrice a causa del danno d’immagine avrebbe perso almeno 56,2 milioni di dollari in guadagni passati e futuri derivanti da attività di recitazione, produzione, conferenze e sponsorizzazioni. La stima comprende 18,3 milioni di dollari di mancati guadagni fino all’inizio del processo, previsto per marzo 2026, e 37,9 milioni di dollari di mancati guadagni nel corso del processo. Gli avvocati spiegano poi che il marchio di bellezza di Lively, Blake Brown, sempre a causa del danno d’immagine ha perso 49 milioni di dollari, mentre la sua azienda di bevande, Betty Buzz/Betty Booze, ne ha persi 22. Il danno alla sua reputazione, basandosi sui 65 milioni di commenti social negativi, è stato infine quantificato in almeno 34 milioni di dollari.

Per sapere come andrà a finire, non ci resta che attendere il processo del prossimo marzo. Nel frattempo Lively, in tribunale, ha già vinto un primo round. Lo scorso gennaio Baldoni aveva citato in giudizio l’attrice e suo marito Ryan Reynolds per estorsione civile, diffamazione e violazione della privacy. Chiedendo 400 milioni di dollari di risarcimento. Il 31 ottobre un giudice federale statunitense ha ufficialmente archiviato la causa, dichiarando che Baldoni e i coquerelanti della Wayfarer Studios non avevano presentato una nuova versione della loro denuncia entro i termini stabiliti. La causa, infatti, era già stata respinta lo scorso giugno, ma i querelanti avevano avuto la possibilità di modificarla e ripresentarla. Non avendolo fatto, il giudice ha chiuso definitivamente il caso.

Gli avvocati di Blake, Esra Hudson e Mike Gottlieb, dopo l’archiviazione avevano parlato di «vittoria totale»: «Come abbiamo detto fin dal primo giorno, questa causa da 400 milioni di dollari era una farsa, e la Corte l’ha capito subito». Dal canto suo, l’avvocato di Baldoni, Bryan Freedman, aveva risposto accusando l’attrice e il suo team di «falsa vittoria», sostenendo che il caso riguardasse «accuse inventate di molestie e una campagna di diffamazione mai esistita». Il giudice, tuttavia, aveva chiarito nella sua sentenza che le accuse di Lively rientrano nelle tutele previste dalla legge californiana approvata dopo il movimento #MeToo, che protegge le denunce di molestie da eventuali azioni legali per diffamazione.


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