Caso Abedini, il ministro Carlo Nordio chiede la revoca dell’arresto per l’ingegnere iraniano. Qual è il legame con la liberazione di Cecilia Sala?
C’era da aspettarselo. La liberazione di Cecilia Sala dopo 21 giorni di detenzione nel carcere di Evin a Teheran, ha portato tutti a farsi la stessa domanda: e adesso che cosa succede Mohammad Abedini-Najafabani? L’ingegnere iraniano era stato arrestato a Malpensa il 16 dicembre 2024, accusato dagli Stati Uniti di aver fornito supporto tecnologico per droni a scopi militari, e sembrava che il rilascio della giornalista italiana fosse appunto «una moneta di scambio» per ottenere l’uscita dal carcere di Mohammad Abedini-Najafabani.
Le autorità italiane e iraniane hanno negato un legame diretto tra i due casi, ma ora si fa fatica a non avere il dubbio: il Ministro della Giustizia italiano, Carlo Nordio, ha presentato alla Corte d’Appello di Milano una richiesta di revoca dell’arresto per Abedini, sostenendo che non sussistono le condizioni per l’estradizione.
«In forza dell’art. 2 del trattato di estradizione tra il Governo degli Stati Uniti d’America e il Governo della Repubblica italiana possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente», si legge nella nota ufficiale del Ministero della Giustizia appena diffusa, «La prima condotta ascritta al cittadino iraniano di “associazione a delinquere per violare l’IEEPA” non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano; quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di “associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte” e di “fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte”, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari».
Chiedendo la liberazione dell’ingegnere iraniano, Carlo Nordio ha fatto uso di una precisa prerogativa attribuitagli dal codice di procedura penale, secondo cui il ministro della Giustizia, nel procedimento di estradizione, può in ogni momento ottenere l’applicazione o la revoca di una misura cautelare. E così ha fatto.
Le autorità continuano a negare ufficialmente il legame tra la scarcerazione di Cecilia Sala e questa revoca della custodia in carcere di Mohammad Abedini-Najafabani. Diciamo allora che c’è stata un’incredibile coincidenza temporale.
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