Società

Cash&Rocket, donne, motori e charity: arriva il Italia il tour che ribalta gli stereotipi

Ottanta donne, quaranta auto rosse e una mission: accelerare il cambiamento sociale. È il progetto di Julie Brangstrup, imprenditrice danese con oltre 25 anni di esperienza nel settore degli eventi e dell’intrattenimento e madre di sei figli, che ha fatto dell’empowerment femminile la forza motrice di Cash&Rocket, il tour che dal 2011 unisce glamour e attivismo.

Funziona così: una carovana tutta al femminile percorre nuove strade in giro per l’Europa con l’obiettivo di raccogliere fondi a favore di bambine e donne in situazioni vulnerabili.

Tra le ottanta imprenditrici, ceo, creative, leader e influencer provenienti da ogni parte del mondo. Dopo nove eventi, Cash&Rocket ha raccolto oltre 4,7 milioni di sterline e coinvolto 2860 membri. Nel 2025 l’evento di beneficienza attraversa anche l’Italia – partenza il 5 giugno da Roma e arrivo l’8 giugno in Sicilia – con l’obiettivo di superare la soglia delle 400.000 sterline di donazione per organizzazioni come Save the Children, Sumbandila, Thamaia e Grace ETS.

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Dietro il glamour e lo status di evento esclusivo, Julie Brangstrup ci tiene a mantenere una direttrice chiara: per far scattare il cambiamento la leadership femminile può e deve essere visibile, coraggiosa e concreta. L’abbiamo intervistata per capire come si tiene insieme tutto questo – business, impatto sociale, maternità – e cosa serve, davvero, per passare dall’ispirazione all’azione.

L’intervista a Julie Brangstrup

Partiamo! Cash&Rocket è un mix di glamour, motori e filantropia. Ma non c’è il rischio che l’elemento spettacolare – auto di lusso, influencer, jet set – oscuri il messaggio sociale. Come si fa a evitare che l’empowerment diventi solo un hashtag?
«Questa è un’osservazione del tutto legittima. Lo spettacolo attira l’attenzione e noi usiamo quest’attenzione intenzionalmente per mettere in luce le questioni che contano. Ma dietro la superficie ci sono i risultati concreti: fondi raccolti, scuole costruite, ragazze che possono ricevere un’educazione. Lavoriamo duramente per rimanere autentiche e trasparenti. L’empowerment non è solo una parola, si misura nelle azioni, nelle vite che tocchiamo e nel cambiamento che ispiriamo».

Nel mondo delle auto sportive e dell’imprenditoria ad alto livello gli uomini sono molto spesso protagonisti. Riesce Cash&Rocket a ribaltare questo immaginario e cosa significa per lei vedere 80 donne leader sfilare in rosso per una causa sociale?
«Assolutamente, stiamo riscrivendo la narrativa. Cash&Rocket è stato creato per mettere in luce donne forti, compassionevoli e di successo che vogliono avere un impatto al di là delle sale riunioni e delle passerelle. Vedere un gruppo di donne internazionali che guidano insieme in rosso, non solo per stile ma per sostanza, è un messaggio di unità e di intento. Si tratta di dimostrare che la leadership femminile può essere audace, visibile e profondamente trasformativa».

Lei ha sei figli, guida un’azienda e coordina un evento itinerante internazionale. Il mito della donna «che riesce a fare tutto» è ancora oggi uno standard irraggiungibile per molte. Lei si sente mai parte del problema che vuole combattere?
«Mi sono fatta la stessa domanda: penso che la chiave sia l’onestà. Non faccio tutto da sola, ho il supporto di mio marito, ricevo aiuto, lavoro con un team fantastico e ho anche imparato a lasciar andare la perfezione. Dobbiamo combattere il mito restando aperte nel parlare delle nostre difficoltà e limiti. Il mio obiettivo non è essere una superdonna, ma una donna vera, mostrando che successo e fallimento, ambizione e vulnerabilità, possono coesistere».

Cash and Rocket Photo Call Cars at London Eye Photo © EDKAVISHEFASHIONWIREPRESS.COM

Cash and Rocket Photo Call Cars at London Eye (Photo © EDKAVISHE/FASHIONWIREPRESS.COMEd Kavishe


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