Case popolari, dai sindacati ok a riforma della Regione: «Serivrebbero altri 2mila alloggi»
In Umbria servirebbero almeno duemila nuove case popolari per rispondere alla domanda, ma oltre mille appartamenti Ater risultano ancora chiusi e inutilizzabili per mancanza di manutenzione. È questo il punto di partenza del dibattito sulla riforma della legge regionale 23/2003 sull’edilizia residenziale sociale, al centro di una conferenza stampa tenuta venerdì dalle organizzazioni degli inquilini. Sunia Cgil, Sicet Cisl, Uniat Uil e Unione Inquilini Umbria hanno espresso il loro pieno appoggio a una riforma – quella proposta dalla giunta – definita «giusta e necessaria», chiedendo poi un intervento strutturale sulla normativa e un tavolo di confronto con la Regione, sottolineando come alcune delle modifiche proposte siano ormai un atto dovuto per rendere il sistema più equo ed efficiente.
La conferenza stampa «Ci siamo sempre battuti contro le norme discriminatorie e ingiuste – hanno detto i sindacati –. L’obiettivo è ripristinare il diritto alla casa per chi ne ha davvero bisogno». Tra le novità della riforma, i sindacati ricordano lo stop al requisito dei cinque anni di residenza per l’accesso agli alloggi – già dichiarato incostituzionale – e quello all’esclusione automatica di un intero nucleo familiare nel caso in cui un suo componente abbia avuto problemi con la giustizia: «La responsabilità penale – hanno ricordato – è personale». Tra le novità, anche l’abolizione del criterio per cui non bisogna avere proprietà all’estero, «impossibile da verificare e dannoso per le graduatorie». A queste questioni si aggiunge la situazione degli alloggi inutilizzati: «Mentre ci sono oltre mille case Ater chiuse perché necessitano di manutenzione, ci sono famiglie che attendono un alloggio da anni. Serve un piano concreto per rimettere in funzione il patrimonio esistente».
Il Cal e la riforma I sindacati hanno inoltre lanciato una sfida pubblica al Consiglio delle autonomie locali (Cal), che ha bocciato il regolamento di assegnazione con un voto consultivo. «Gli amministratori contrari a questa riforma vogliono davvero mantenere criteri dichiarati incostituzionali?», hanno chiesto le organizzazioni, dichiarandosi pronte a un confronto pubblico. Obiettivi dichiarati della riforma sono la semplificazione delle procedure, l’accelerazione dell’assegnazione degli alloggi e il superamento di criteri considerati discriminatori o difficilmente applicabili.
Melasecche Sulla questione è intervenuto venerdì anche il consigliere regionale della Lega Enrico Melasecche, che ha contestato quanto detto in queste settimane dell’assessore Barcaioli. Melasecche ha rivendicato il lavoro della precedente amministrazione di centrodestra, ricordando i cantieri avviati per il recupero di alloggi a Terni e in altre città umbre. Ha inoltre criticato la riforma, sostenendo che le modifiche proposte penalizzeranno i cittadini umbri in difficoltà a vantaggio di chi arriva all’ultimo momento, sfruttando meccanismi come i ricongiungimenti familiari. Secondo Melasecche, il problema principale rimane la riqualificazione del patrimonio esistente e la mancanza di fondi adeguati. Ha quindi sollecitato la Regione a ricorrere a strumenti come il project financing per sbloccare gli interventi sugli alloggi sfitti, accusando l’attuale giunta di fare annunci senza dare risposte concrete.
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