Casa, partirà da Arezzo un progetto sperimentale rivolto agli anziani con autonomia ridotta
Un nuovo modello abitativo dedicato agli anziani con fragilità leggere, un progetto sperimentale che prende avvio ad Arezzo e guarda a tutta la Toscana. È questo l’obiettivo dell’emendamento al Piano Sanitario e Sociale Integrato Regionale approvato nei giorni scorsi dal Consiglio regionale, e presentato dal capogruppo Pd Vincenzo Ceccarelli ed Enrico Sostegni, presidente della Commissione Sanità, in stretta collaborazione con l’assessorato regionale alle politiche sociali e con l’assessora Serena Spinelli. “Abbiamo voluto inserire – spiegano Ceccarelli e Sostegni – un principio nuovo e concreto: sperimentare soluzioni abitative condivise per anziani con autonomia ridotta, che non necessitano dell’accesso in RSA ma che, allo stesso tempo, non riescono più a vivere da soli in sicurezza. È un’iniziativa pensata per migliorare la qualità della vita di chi si trova in una condizione di vulnerabilità crescente.”
La proposta, che si inserisce tra le innovazioni previste nel nuovo Piano sanitario, è nata anche su sollecitazione della zona socio-sanitaria di Arezzo, dove il confronto tra amministratori, operatori e servizi ha evidenziato l’urgenza di forme di abitare intermedie: una terza via tra la solitudine domestica e il ricovero in struttura. Il modello prevede appartamenti condivisi in cui piccoli gruppi di anziani possano vivere in modo autonomo ma assistito, con spazi privati, aree comuni, supporto relazionale e servizi di cura leggera.
“Il mondo cambia, le famiglie cambiano, e con esse i bisogni delle persone – osserva Sostegni –. La Regione Toscana ha il dovere di aprire nuove strade. Questo emendamento, inserito con l’assenso dell’assessorato e con il supporto della Giunta, dà avvio a una sperimentazione concreta che sarà monitorata attentamente in termini di efficacia, qualità assistenziale e sostenibilità.” Il contesto che ha portato a questa scelta è noto: l’invecchiamento demografico è un fenomeno strutturale in Toscana, dove crescono le persone con oltre 75 anni, molte delle quali vivono sole o in condizioni di parziale autonomia. A fronte di questa trasformazione sociale, è necessario evolvere anche la rete dei servizi, creando risposte più flessibili e personalizzate. Il nuovo modello abitativo rappresenta un’opportunità per rendere la domiciliarità possibile anche in presenza di fragilità leggere, con soluzioni che mantengano le persone in ambienti familiari, sicuri, e con il giusto grado di assistenza.
“Non si tratta solo di una nuova offerta sociale – aggiunge Ceccarelli – ma di una scelta politica forte: quella di essere vicini alle fasce più deboli, di investire nella Toscana diffusa, nei piccoli comuni, nei quartieri dove spesso la solitudine è più silenziosa ma più pesante. Questa misura nasce ad Arezzo, ma guarda a tutta la regione, ed è un esempio concreto di ascolto dei territori e di collaborazione istituzionale tra Consiglio, Giunta e assessorato.” A rafforzare l’impatto della misura ci sarà un percorso strutturato di accompagnamento, che prevede risorse dedicate, formazione per gli operatori, e strumenti di valutazione condivisi, affinché la sperimentazione possa generare modelli replicabili ed efficaci in tutta la Toscana. Gli attori del territorio – Comuni, zone distretto, associazionismo e terzo settore – saranno parte attiva della co-progettazione. “Cura, innovazione e concretezza: è questa la Toscana che vogliamo – concludono Ceccarelli e Sostegni – Una Regione capace di anticipare i bisogni, di mettere a terra progetti nuovi e di non lasciare indietro nessuno, soprattutto in una fase della vita in cui fragilità e dignità devono poter convivere. Questo emendamento è un tassello importante di una strategia più ampia, che guarda al futuro con responsabilità e con l’ambizione di rendere la Toscana un laboratorio nazionale di innovazione sociale.”
Source link