Carta docente bonus 500 euro, per il prossimo anno l’importo potrà essere inferiore: ecco cosa sappiamo
I giudici europei hanno dichiarato discriminatoria la normativa italiana che riservava il bonus di 500 euro ai soli docenti di ruolo o ai supplenti annuali, ritenendo tale limitazione contraria alla clausola 4 dell’accordo quadro CES allegato alla direttiva 1999/70/CE. La Corte ha respinto categoricamente l’argomento secondo cui la brevità del contratto possa giustificare un trattamento differenziato, sottolineando come anche i supplenti a termine svolgano funzioni identiche a quelle dei colleghi di ruolo e partecipino alle stesse attività didattiche e formative.
Le diverse tipologie contrattuali e i relativi diritti
Per i supplenti con contratto al 31 agosto 2025, la Legge di Bilancio 2025 ha introdotto il diritto automatico alla Carta del Docente, senza necessità di ricorsi legali. Il beneficio potrà essere utilizzato anche nell’anno scolastico successivo, fino al 2026, rappresentando un importante passo avanti nel riconoscimento dei diritti dei precari. Diversa la situazione per i docenti con contratto al 30 giugno, per i quali la sentenza n. 29.961 del 2023 della Cassazione ha riconosciuto il diritto al bonus, ma il riconoscimento non è automatico e richiede la presentazione di ricorso al tribunale. Nonostante gli ordini del giorno parlamentari, non esistono ancora disposizioni operative per l’estensione automatica del beneficio a questa categoria.
Le nuove prospettive per le supplenze brevi e saltuarie
La sentenza europea del 3 luglio 2025 ha stabilito principi rivoluzionari per i supplenti con contratti temporanei, anche di durata inferiore al 30 giugno. L’Avvocato Walter Miceli, esperto della materia, ha evidenziato come la Corte abbia sancito l’irrilevanza della durata del contratto e l’esclusione del principio del “pro rata temporis“, stabilendo che il bonus deve essere assegnato per intero anche per un solo mese di servizio. Il caso esaminato riguardava un docente con contratti “altalenanti” in tre istituti diversi durante l’anno scolastico 2021-2022. Tuttavia, l’ottenimento della Carta del Docente per questi casi resta subordinato alla presentazione di ricorso giudiziario, poiché il Ministero dell’Istruzione non ha ancora stanziato fondi né previsto un’estensione automatica della misura. Per chi ha già ottenuto sentenze favorevoli ma non ha ricevuto il pagamento, è possibile ricorrere al giudizio di ottemperanza, che può portare al commissariamento del Ministero e a sanzioni per i funzionari inadempienti, con possibili responsabilità penali ed erariali.
Cosa succede per il 2025-2026?
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