Carlo Acutis diventerà santo il 7 settembre, la celebrazione a Piazza San Pietro. Suor Miranda: “Era un bambino normale che aiutava gli emarginati durante la ricreazione”

Carlo Acutis, il giovane, originario di Milano, morto prematuramente all’età di 15 anni a causa di una leucemia fulminante, sarà canonizzato il prossimo 7 settembre. La celebrazione si svolgerà in piazza San Pietro e sarà presieduta dal Pontefice. La canonizzazione dell’adolescente morto nel 2006 a 15 anni per una leucemia fulminante, che in molti vorrebbero patrono di Internet, era prevista per il 27 aprile nel corso del Giubileo degli adolescenti, ma è stata sospesa all’indomani della scomparsa di papa Bergoglio
Nelle aule dell’Istituto Marcelline di piazza Tommaseo a Milano, dove Carlo Acutis frequentò le scuole elementari e medie dal 1997 al 2005, si custodiscono preziose testimonianze che raccontano il quotidiano di un bambino destinato a diventare santo. Suor Miranda Moltedo, che fu direttrice della scuola elementare e insegnante di arte di Carlo in quinta elementare, ricorda un allievo dal profilo sorprendentemente normale: “Era un bambino tranquillo, di quei bambini buoni, non dava problemi”, spiega a Malpensa 24.
La religiosa descrive Carlo come un “ragazzo normalissimo” che “non ha mai manifestato una santità con gesti o una predicazione particolari, ma ha parlato di Gesù con la sua vita”. Nonostante avesse fatto la Prima comunione in seconda elementare, né i genitori né lui stesso parlavano mai di una fede troppo insistita. Studiava regolarmente ma non era considerato un “secchione“ – si diplomò alla conclusione della terza media con il titolo di “Distinto“.
La passione informatica e l’attenzione verso i compagni più fragili
Durante gli anni alle Marcelline, Carlo manifestò già quella che sarebbe diventata una delle sue caratteristiche distintive: la grande passione per l’informatica. Suor Miranda ricorda come “rincorreva il professore di questa materia del nostro Liceo scientifico, ponendo tante domande”. Era un bambino curioso di molte cose, che osservava e rifletteva, dimostrando quella profondità di pensiero che lo avrebbe contraddistinto negli anni successivi. Un episodio particolarmente significativo, raccontato dalla stessa suor Miranda a monsignor Apeciti durante il processo di beatificazione, riguarda l’aiuto che Carlo offriva a un compagno di classe emarginato: “Era un ragazzo escluso, che rimaneva sempre solo in fondo alla classe. Carlo lo notò e da allora iniziò a passare ogni ricreazione con lui, portando sempre una doppia merenda da casa”. Il gesto di spontanea solidarietà colpì profondamente l’insegnante. Chi veramente fosse stato questo allievo apparentemente ordinario, le sue insegnanti lo hanno scoperto solo dopo la sua morte, quando la Chiesa ha riconosciuto l’eccezionalità di una vita vissuta nella santità del quotidiano.
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