Sport

Carissimi Us Open: dal cocktail alla visiera con logo, le cifre folli dello Slam (non per tutti)


Molto dolce, non troppo alcolico. E un po’ troppo caro. Si chiama Honey Deuce, è il cocktail degli Us Open, l’equivalente dello champagne al Roland Garros o il Pimm’s a Wimbledon: da 18 anni bevanda-simbolo del torneo, una miscela rosata di zucchero, limonata, vodka e liquore di lampone. Genialmente guarnita dal suo inventore, il ristoratore Nicky Mautone, con 3 palline di melone tagliate come fossero acini d’uva (o palline da tennis) e infilzate in un bastoncino di legno. Lo scorso anno gli spettatori di Flushing Meadows ne hanno bevuti 556.782, per un fatturato di 12,8 milioni di dollari. È il cocktail più redditizio della storia dello sport, anche perché non è proprio regalato: dallo scorso anno costa 23 dollari (20 euro), compreso il bicchiere-ricordo in plastica. Negli ultimi 13 anni il prezzo è aumentato 6 volte, superando parecchio l’inflazione e provocando non pochi mugugni.

Maglie, visiere, biglietti: tutto a cifre folli

Ma qui, nel complesso newyorchese, non c’è proprio nulla di economico: basiche t-shirt celebrative in cotone sopra i 100 dollari (86 euro), 48 (42) per una visiera col logo, e ce ne vogliono 16 (14) per un minuscolo ciondolo che riproduce una racchetta e una pallina. Lattina di birra? Ancora 16 dollari. La coppa di champagne a 32 (28), ma se lo champagne diventa l’ingrediente di un cocktail allora si sale a 42 (36 euro). C’è anche il pollo fritto con una spolverata di caviale a 100 dollari, 25 per un hamburger con patatine fritte. I prezzi dei biglietti sono mediamente aumentati del 70% negli ultimi 6 anni, ma per il pass che concede l’accesso a tutti i campi – Arthur Ashe escluso – bisogna sborsare 169 dollari (145 euro), un aumento del 145% negli ultimi 10 anni. Ieri l’ingresso principale era gratuito – a pagamento solo i match agli stadi dedicati ad Artur Ashe e Louis Armstrong -, anche perché il programma prevedeva sostanzialmente solo le semifinali del singolare femminile: il pubblico ha cominciato ad arrivare nel pomeriggio. Nonostante i prezzi, quasi tutti i presenti hanno riempito i sacchetti di merchandising. Gli appassionati protestano, sostenendo di sentirsi “stritolati” dai costi e anche dagli spazi – sempre più ristretti, per via dell’apertura di nuovi chioschi –, molti di loro preferiscono andare a vedere il più economico Master 1000 di Cincinnati (vinto 3 settimane fa da Alcaraz, in finale su Sinner). Ma intanto per questa settimana finale sono attese 230.000 persone: un record.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »