Liguria

Carcere, Tursi tira dritto sull’area ex Colisa: idea “cittadella della penitenziaria” in corso Perrone


Genova. La giunta Piciocchi mette nel mirino il trasferimento del carcere da Marassi all’area ex Colisa, sulle alture di Campi, nonostante le perplessità espresse dal garante dei detenuti Doriano Saracino. E include nella partita anche i famosi “quattro palazzi di corso Perrone“, quelli che attendevano di essere espropriati per i lavori della Gronda e invece sono costretti a convivere con polveri e rumori del cantiere allestito proprio alle pendici della collina di Coronata.

Ho chiesto un appuntamento al garante dei detenuti perché non ha mai visto il progetto e quindi l’ho invitato a confrontarsi, più che col sottoscritto con chi nell’ambito delle varie amministrazioni sta seguendo questo progetto – ha spiegato il vicesindaco reggente Pietro Piciocchi a margine della giunta itinerante alla Foce -. Parliamo di ministero della Giustizia, parliamo di ministero dello Sport, di tutta una serie di autorità che in questo momento ci stanno aiutando”.

Il Comune sta lavorando a un protocollo d’intesa per mettere nero su bianco lo spostamento del carcere da Marassi, un’ipotesi su cui si ragiona blandamente da anni e che adesso ha ricevuto una particolare accelerazione grazie alle implicazioni del progetto Skymetro: dovendo demolire l’istituto Firpo per far passare la metropolitana sopraelevata, l’amministrazione vuole cogliere la palla al balzo per ridisegnare completamente quella zona, approfittando anche dell’agognata riqualificazione dello stadio Ferraris. “È un quartiere molto urbanizzato, molto densamente popolato, molto caotico, che ha pochissimo spazio urbano e pochissimo spazio pubblico – riflette Piciocchi – Quindi la nostra proposta è quella di realizzare in quel contesto un parco, un’impiantistica sportiva, una anche un inserimento di funzioni universitarie legate a studentati“.

Ma le ragioni sono anche altre, assicura il vicesindaco: “Il punto primo è proprio la dignità della condizione carceraria. Mi è capitato l’ultima volta il giorno di Natale di visitare i detenuti. È chiaro che quello di Marassi è un carcere ottocentesco che non è certamente in linea col concetto moderno di evoluzione della pena che non è un afflittivo, ma è un concetto di rieducazione, di recupero. Che oggi abbiamo un problema gigantesco sul carcere di Marassi penso che questo sia chiaro. I detenuti mi hanno chiesto tante cose che la città può fare per loro, quindi io mi sento anche in dovere di fare qualcosa per loro e credo che questo progetto vada anche in questa direzione”.

L’area individuata è dunque l’ex Colisa, sul versante in sponda destra del Polcevera a breve distanza dal ponte San Giorgio. Su quel pendio sorge il campo base della Gronda, destinato a rimanerci finché l’opera non sarà completata (dieci anni, nella migliore delle ipotesi). “Stiamo già parlando con Autostrade – spiega Piciocchi – ma è un’area enorme”. Ma il progetto coinvolge anche i quattro condomini di corso Perrone: “La nostra ipotesi è quella di espropriarli – continua il reggente -. Sapete che le persone vogliono lasciare quelle case, era stato aperto anche un Pris. L’idea è realizzare una cittadella della penitenziaria“.

Il garante dei detenuti ha sollevato dubbi soprattutto sull’accessibilità: il carcere di Marassi oggi è raggiungibile comodamente da famiglie e fornitori di servizi, mentre il penitenziario studiato dal Comune sarebbe molto più decentrato, a 50 metri di quota su corso Perrone, col dubbio che non ci siano spazi sufficienti per impianti produttivi e aree sportive. “Quell’area è stata ritenuta ideale proprio dal punto di vista dell’accessibilità, non dal Comune ma dai soggetti competenti – replica Piciocchi – quindi su questo si continuerà a lavorare, questa è l’ipotesi. Il carcere è una città città, muove una quantità di persone e di servizi enorme. È evidente che, nel momento in cui si va a infrastrutturare la zona con la presenza di un carcere, si ragionerà anche di tutti i servizi necessari. Voglio sottolinearlo: l’obiettivo è che il carcere vada a stare meglio, non che vada a stare peggio“.




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