Carcere di Marassi, allarme del garante per il Serd interno: “Infermieri sostituiti da cooperative”
Genova. Il garante dei detenuti lancia l’allarme per il servizio infermieristico del Serd per i tossicodipendenti nel carcere di Marassi. Da fonte sindacale risulta infatti che da novembre gli infermieri Asl, che hanno lunga esperienza e formazione specifica, saranno sostituiti da personale di una cooperativa, che ha giocoforza un elevato tasso di rotazione.
“Il progetto di esternalizzazione del servizio infermieristico a personale delle cooperative – afferma il garante regionale Doriano Saracino – prevede inoltre una drastica riduzione del numero di ore. Tutto ciò avrà ripercussioni sul servizio”. Il garante teme infatti una limitazione delle prestazioni erogabili nei confronti dei pazienti tossicodipendenti e alcoldipendenti detenuti ed invita la Direzione di Asl 3 a rivedere il progetto.
Da circa quindici anni il Serd interno al carcere di Marassi è sempre stato costituito da un medico dedicato e da personale infermieristico Asl, che assicura il servizio sette ore al giorno dal lunedì al venerdì, mentre il personale infermieristico dei Serd territoriali copriva le esigenze dei fine settimana. La presenza di un’assistente sociale dedicata ai pazienti seguiti dal Serd, una volta garantita cinque giorni alla settimana, è stata progressivamente ridotta a due giorni alla settimana.
Il garante ricorda infine che oltre 250 detenuti del carcere di Marassi sono in carico al Serd in quanto tossicodipendenti, e che il servizio infermieristico non si riduce alla mera somministrazione del metadone. Si chiede ancora Saracino: “Come potrà personale senza una formazione specifica farsi carico di tutti i vari aspetti che la cura di pazienti tossicodipendenti comporta, tanto più in un ambiente complesso quale il carcere?”.
In un momento in cui il capoluogo ligure vive una nuova emergenza droga, tanto che le associazioni chiedono un commissario ad hoc, il garante ricorda come i problemi della città si riversino sul carcere e viceversa. “Occorre contrastare l’afflusso di sostanze in carcere – conclude Saracino – e ciò avviene non solo controllando l’offerta, e quindi l’ingresso e lo smercio di stupefacenti – ma agendo sul piano della domanda, facendosi carico dei nuovi giunti in carcere ed intercettando fin dal principio chi ha problemi di dipendenze, aumentando il dialogo con i servizi territoriali liguri e non solo, curando i rapporti con gli uffici per l’esecuzione penale esterna, le comunità terapeutiche, e altri enti, e non ultimo potenziando la sezione a custodia attenuata per tossicodipendenti presente a Marassi”.
Per questo Saracino invita la Asl a confrontarsi sul tema nelle sedi regionali dedicate alla salute e agli interventi sociali in carcere.