Umbria

Caos treni, pendolari: «Stop a delibera che vieta regionali sulla Direttissima»


I pendolari chiedono l’immediata sospensione della delibera dell’Autorità di regolazione dei trasporti che escluderà i treni regionali lenti dalla Direttissima Roma–Firenze, soluzioni transitorie per salvaguardare la mobilità e garanzie per gli investimenti già fatti.

I problemi I comitati pendolari di Umbria e Lazio sono tornati a parlare sabato denunciando il rischio di isolamento ferroviario del Centro Italia a partire dal 1° gennaio 2026, quando, in base a una delibera dell’Art (la 178 del 2024), i treni regionali con velocità inferiore ai 200 km/h saranno esclusi dalla linea Direttissima Roma–Firenze. Questo comporterebbe lo spostamento dei convogli sulla linea lenta, con gravi ripercussioni sui tempi di viaggio, la puntualità e la qualità del servizio. I comitati avvertono: «Così si nega il diritto alla mobilità e si condannano i territori».

REGIONALI SULLA DIRETTISSIMA, SI LAVORA A DEROGHE

La mobilitazione Nel corso degli ultimi mesi – ricordano i pendolari – la protesta ha coinvolto cittadini, amministratori locali, parlamentari e rappresentanti istituzionali in numerosi eventi pubblici, incontri e consigli straordinari tra giugno e luglio, culminati a Terni con una due giorni intitolata «Linea lenta». In quella sede si è evidenziato il rischio di perdere oltre 50 milioni di euro investiti dalla Regione per l’acquisto dei nuovi treni Etr 108, pensati proprio per la Direttissima. Il presidente della Provincia di Terni, Stefano Bandecchi, ha chiesto un incontro urgente al ministero dei Trasporti, all’Art, alla Presidenza del Consiglio e alla Corte dei conti per evitare «conseguenze catastrofiche».

Deroghe Poche ore fa l’Art ha confermato che sono in corso interlocuzioni con Trenitalia, Rfi e le Regioni per valutare possibili deroghe temporanee, ma il problema è che non esistono ancora decisioni ufficiali né tutele effettive per gli utenti. Secondo i comitati, «senza un intervento politico immediato e vincolante, migliaia di pendolari saranno condannati a un servizio ferroviario più lento, meno frequente e inaffidabile».

Disagi La situazione è resa ancora più difficile dai disagi quotidiani già presenti: ritardi frequenti, treni sovraffollati, guasti all’aria condizionata, sporcizia, orari incerti che rendono complicata la gestione lavorativa e familiare. A questi problemi si aggiungono due criticità imminenti. L’11 agosto inizieranno lavori sulla Terni–Roma che sospenderanno il servizio ferroviario fino al 6 settembre, senza che siano stati ancora previsti autobus sostitutivi. Inoltre, sulla linea Orte–Attigliano–Viterbo, già dal 1° luglio e fino al 31 agosto, i viaggiatori sono costretti a usare bus sostitutivi con notevoli allungamenti nei tempi di viaggio.

Servono risposte I comitati chiedono quindi risposte urgenti: chiarezza sugli interventi estivi e misure di mitigazione, sospensione della delibera Art e deroghe temporanee, protezione degli investimenti pubblici già fatti e l’apertura immediata di un tavolo tecnico-politico con tutte le istituzioni coinvolte.

I sindaci Sempre sabato anche i sindaci di Orvieto, Roberta Tardani, e di Chiusi, Gianluca Sonnini, intervengono nel dibattito, chiedendo che il nuovo protocollo d’intesa tra Umbria e Toscana contenga impegni precisi per rafforzare i collegamenti ferroviari lungo la linea Firenze–Roma, in particolare nelle aree dell’Orvietano e della Valdichiana senese. Pur esprimendo apprezzamento per l’accordo interregionale, Tardani e Sonnini criticano l’assenza di riferimenti alle difficoltà sollevate dai pendolari e alla necessità di una strategia condivisa per l’utilizzo dei nuovi treni veloci già acquistati.

Collaborazione Per i sindaci, la collaborazione tra le due Regioni deve servire anche a ottenere deroghe alla delibera dell’Art, «tutelando convogli e fasce orarie dei collegamenti che interessano i cittadini dei nostri territori». Il rafforzamento delle stazioni intermedie deve quindi passare anche da un aumento dei treni Intercity e da un’azione congiunta tra Umbria e Toscana per ottimizzare i servizi. «Il sostegno alle aree interne – concludono – si deve concretizzare anche attraverso maggiori collegamenti ferroviari».

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