Caos nel centrodestra in Friuli: tutta colpa di Cisint
L’ex sindaca di Monfalcone pubblica nella notte un post con cui fa credere di aver appena coordinato un’operazione di allontanamento di clandestini, grazie all’intervento di Polizia e carabinieri. Ed è un putiferio. In parte perché la leghista Anna Maria Cisint, animatrice delle crociate contro le moschee, ora eurodeputata nonché consigliere comunale con delega alla sicurezza, lascia intendere di essere stata alla testa di due volanti intervenute nella stazione ferroviaria di Monfalcone, in provincia di Gorizia, ma anche perché gli alleati di governo non gradiscono. Forza Italia e Fratelli d’Italia, infatti, prendono posizione dal capoluogo giuliano, affermando che i problemi dei migranti non si risolvono spostando da una città all’altra (Trieste) le persone che arrivano via terra in Italia dalla “rotta balcanica”.
L’annuncio di Cisint è stato dato sul proprio profilo Facebook il 26 ottobre alle 23:04. “Finito ora: clandestini della rotta balcanica che questa sera pensavano di dormire così e a cui ho ‘chiesto’ di alzarsi, ripulire e lasciare la città”. Una foto mostra strapuntini e sacchi a pelo stesi sull’asfalto, poi i migranti costretti ad alzarsi, infine le divise di alcuni poliziotti. Parole e immagini raccontano un’operazione-pulizia in piena regola, anche perché Cisint aggiunge: “Cosa che hanno dovuto fare (andarsene, ndr). Ringrazio di vero cuore le due volanti dei Carabinieri e della Polizia di Stato intervenute. Non stiamo mica scherzando vero?”. Ne viene fuori la rappresentazione di un assessore-sceriffo che mostra i muscoli.
L’eurodeputata si è coperta le spalle due giorni dopo citando perfino il ministro dell’Interno e ricostruendo come è andata. “’Mister non puoi star qui, devi alzarti e andare.’ È accaduto come avevo già raccontato. ‘Non si può rimanere accampati’, glielo abbiamo fatto forse capire. Ieri sera abbiamo fatto tutti i controlli e non abbiamo trovato clandestini in città distesi ad aspettare la mattina per il Commissariato”. Poi fa credere che l’intervento fosse concordato. “Ringrazio sia il ministro Piantedosi, sia il Sottosegretario Molteni che ho sentito anche più volte al giorno in questa ultima settimana. Lavoro di concerto con la Questura, Comando Carabinieri e Prefetto”. A sparare contro Cisint sono stati subito i suoi alleati di centrodestra. A cominciare da Alberto Polacco e Michele Lo Bianco di Forza Italia, rispettivamente capogruppo in consiglio comunale e consigliere regionale. “Confidiamo che un europarlamentare sappia formulare proposte più strutturate rispetto a spostare dei migranti da Monfalcone a Trieste. Un approccio del genere non risolve nulla e dimostra una visione miope e intrisa di propaganda di piccolo cabotaggio su un tema complesso che richiede azioni di ampio respiro. Le dinamiche legate ai richiedenti asilo non si affrontano con annunci sui social o inviti a salire su un treno, servono politiche coordinate e collaborazione tra istituzioni, non gesti simbolici con finalità polemiche”. Il capoluogo regionale è il punto di arrivo della “rotta balcanica”. Così Forza Italia dichiara al “Piccolo”: “Trieste non deve diventare il terminale delle insofferenze amministrative di altri”.
Sulla stessa linea anche la deputata e segretaria provinciale di Fratelli d’Italia, Nicole Matteoni: “I rapporti tra la nostra segreteria e la Lega restano positivi, ma Trieste merita rispetto. Non possiamo accettare che una eurodeputata del Carroccio si vanti di aver mandato i migranti verso Trieste. La nostra città è la prima linea di protezione del Friuli Venezia Giulia e paga più di ogni altro Comune. Che ci si vanti di spostarvi i migranti è inaccettabile quanto una coltellata alle spalle. Chi non lo capisce non capisce Trieste e non la merita”. Il mistero rimane. Chi ha impartito l’ordine? Cisint ha replicato alle polemiche: “Non ho detto ai clandestini di andare a Trieste, ma solo che qui non potevano stare. Così li abbiamo accompagnati alla stazione che era l’unico posto aperto e con bagno. Poi molti di loro sono saliti sul treno”. In una successiva dichiarazione la stazione ferroviaria addirittura scompare: “Quella sera, ritenendo inaccettabile, oltre che contrario al regolamento comunale, che un gruppo di clandestini stesse bivaccando davanti a case e negozi durante la notte, ho allertato la Polizia Locale, che a sua volta ha provveduto a contattare le altre forze dell’ordine al fine di farli alzare e allontanare. Cosa che ho suggerito anche io, spiegando che non si può rimaner a dormire con cartoni e coperte al seguito anche perché le strade e i parchi non sono né camere né bagni pubblici”.
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