caos alla fermata di Ottavia
Roma, mezzanotte inoltrata. I binari della stazione di Ottavia sono deserti, illuminati a intermittenza dalle luci fredde del piazzale. È qui che settanta pellegrini spagnoli, giunti nella Capitale per il Giubileo dei Giovani, si ritrovano protagonisti di una disavventura surreale: sbarcano dal treno e si ritrovano… chiusi dentro.
I cancelli della stazione, infatti, erano sbarrati. Nessuna uscita, nessun personale in vista. La Capitale li aveva accolti con una gabbia di ferro. I ragazzi, alcuni visibilmente stanchi e spaesati, hanno provato a contattare chiunque potesse aiutarli. Alla fine, la chiamata al numero di emergenza 112 ha permesso ai carabinieri di intervenire.
Una volta sul posto, anche i militari si sono trovati davanti a una porta chiusa e a un problema noto, ma irrisolto: la gestione delle stazioni dopo l’orario di servizio.
Dopo mezz’ora di telefonate e tentativi, solo intorno all’1:30 il personale della vigilanza privata ha aperto i cancelli. I pellegrini sono così potuti uscire e raggiungere, finalmente, il loro alloggio.
Ma non è un caso isolato. Il disagio vissuto dai giovani fedeli riporta alla memoria una lunga scia di episodi analoghi avvenuti negli ultimi anni a Roma.
Dalla coppia rimasta intrappolata nella stazione Malatesta a maggio, ai casi del passato: Flaminio (2015), Furio Camillo (2021), Pietralata, Cornelia, La Storta. Tutte storie di pendolari o turisti che, per un black-out organizzativo, si sono trovati letteralmente “prigionieri” delle infrastrutture cittadine.
A questo si aggiunge il caos della linea C della metropolitana, rimasta bloccata per oltre sette ore nella mattinata del 30 luglio a causa di un guasto all’alimentazione elettrica. Bus sostitutivi hanno cercato di tamponare l’emergenza, ma i disagi si sono diffusi a macchia d’olio su tutta la rete.
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