Candele e profumatori per ambiente, non solo relax. Quelli di scarsa qualità possono essere cancerogeni e per il mughetto il semaforo è proprio rosso
Dopo una lunga e faticosa giornata il desiderio di essere avvolti da un’atmosfera rilassante è immancabile: una musica di sottofondo, una tisana bollente e il tocco finale di una rasserenante candela accesa. Le candele sono belle ed eleganti ma cosa dire delle sostanze rilasciate negli ambienti? Potrebbero avere degli effetti nocivi sulla salute.
La cera di paraffina con cui sono composte a livello industriale i ceri, deriva da sottoprodotti della raffinazione del petrolio. La paraffina è una miscela di idrocarburi depurata per eliminare i residui tossici; questo perché in Unione Europea è stata dichiarata cancerogena se contenente impurità. L’incertezza sta proprio qui: se la cera è composta da paraffina di dubbia qualità in cui non sono stati eliminati i rimanenti dannosi, il rischio di emissioni cancerogene di benzene e toluene, sale vorticosamente, come segnala da tempo l’American Chemical Society.
I ricercatori di questa società scientifica consigliano di prediligere le candele realizzate con materie prime più sicure rispetto alla paraffina, come la cera d’api o la cera di soia. Queste opzioni producono anche meno fuliggine nella combustione rispetto alle candele a base di paraffina: questa è la conclusione che emerge dall’articolo pubblicato sul Journal of the American Oil Chemists’ Society (JAOCS) intitolato “Caratteristiche di combustione delle candele a base di olio di soia idrogenato”.
Attenzione al prezzo delle candele, se hanno un costo irrisorio che praticamente non copre neanche l’imballaggio, c’è un po’ da insospettirsi. Occhio anche ai prodotti venduti senza etichetta sulle bancarelle o prodotti in Paesi del mondo dove non vigono le regolamentazioni europee più tutelanti per il benessere dei consumatori.
Nel caso invece di candele dai profumi inebrianti l’attenzione è anche per la fragranze allergizzanti che possono essere impiegate nelle formulazioni. La Direttiva 2003/15/CE indica i 26 aromi sintetici (tra cui Geraniol e Citral) potenzialmente irritanti e allergizzanti. L’esposizione prolungata a questi profumazioni può infatti essere associata a irritazioni delle vie respiratorie e delle mucose.
Molte persone, comprese quelle asmatiche, sono infatti sensibili a queste fragranze che possono essere contenute sia nelle candele che nei comuni profumatori ambientali, che diffondono o vaporizzano le fragranze nell’aria.
Se il profumo è quello di mughetto il semaforo è proprio rosso: qualora si trattasse della fragranza Lilial (BMHCA o Butylphenyl Methylpropional) va ricordato che è vietata da marzo 2022 perché può causare sensibilizzazione cutanea e nuocere al sistema riproduttivo. Se quando i diffusori per ambienti di profumo sono accesi per lungo tempo e si notano segnali anomali come una serie starnuti o il naso che cola senza essere raffreddati, meglio verificare i componenti del prodotto che si ha in casa. L’aereazione poi è sempre fondamentale; è opportuno ventilare bene gli ambienti durante l’uso delle candele e dei profumatori, limitandone l’utilizzo prolungato, specialmente in stanze chiuse di piccole dimensioni.
Quindi sì a serate romantiche con uno stuolo di candele accese, ma solo se avviene il giusto ricambio d’aria. Dopo aver seguito questi consigli e avvertenza c’è sola un’ultima cosa da fare prima di sprofondare in una poltrona, illuminati dalla luce fioca e tremolante di una candela; non va mai posta vicino a materiali infiammabili come la carta o un tessuto, per evitare possibili focolai e incendi. Sembra ovvio, eppure secondo la National Fire Protection Association solo negli Stati Uniti, in media, ogni giorno vengono causati 20 incendi scatenati da ceri accesi. Ora è proprio tutto: il relax al lume di candela, inebriati dall’aroma di un diffusore di profumi, può iniziare.
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