Trentino Alto Adige/Suedtirol

Cancellati da un giorno all’altro

Un intero settore economico messo in ginocchio da un giorno all’altro. Sono circa 22.000 i posti di lavoro a rischio in Italia – decine anche a Bolzano – dopo l’inserimento, nel nuovo disegno di legge sulla sicurezza, del divieto alla coltivazione e commercializzazione della Cannabis Light.

Tra le voci che si levano con forza c’è quella di Patrik Seppi, amministratore del negozio The Green Goat in via Cappuccini a Bolzano, specializzato nella vendita di prodotti derivati dalla canapa industriale. “Mi ritrovo con un negozio in cui ho investito tutto – denuncia Seppi – che rischia di chiudere. Come il mio, spariranno altre migliaia di attività. Dove sono i sindacati?”.

Il riferimento è al cosiddetto DL Sicurezza, in arrivo nei prossimi giorni, che penalizza duramente chi opera nel comparto della canapa light, un mercato che fino a ieri era pienamente legale. “Non siamo criminali – sottolinea Seppi – ma giovani imprenditori e coltivatori che hanno investito tempo, denaro e passione in una materia regolata dalla legge e sostenuta anche dall’Unione Europea”.

L’obiettivo della norma, secondo il Governo, è arginare le zone grigie del settore. Ma la ricaduta immediata è la chiusura di centinaia di aziende che si muovevano nel rispetto della legge 242/2016, la quale regolamenta la coltivazione della canapa industriale. “Abbiamo una partita Iva, versiamo regolarmente Iva e tasse, e abbiamo mutui e famiglie da mantenere. Questo colpo ci arriva all’improvviso, con il terrore che possano scattare perquisizioni da un momento all’altro per attività fino a ieri considerate legali”.

Il titolare di The Green Goat chiede maggiore attenzione anche dalle istituzioni locali: “La Provincia di Bolzano si è mossa con forza sui dazi americani, ma su questo fronte siamo diventati bestie da macello. Ci sentiamo abbandonati, mentre credevamo in un comparto che valorizza il nostro territorio. Oggi, con amarezza, inizio a pensare che investire all’estero sarebbe stato meglio”.

Il settore della Cannabis Light in Italia aveva raggiunto negli ultimi anni un giro d’affari milionario, generando occupazione e spingendo centinaia di giovani imprenditori verso un’agricoltura alternativa e sostenibile. Con il nuovo provvedimento, si apre invece un vuoto normativo che rischia di trasformare un’opportunità in un fallimento annunciato.

Seppi conclude la sua lettera aperta offrendo la massima disponibilità a fornire ulteriori chiarimenti, ma lancia un appello chiaro: “Aiutateci a dare visibilità a questa battaglia. Non possiamo essere cancellati in silenzio”.







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