Campobasso, “sede non più disponibile” per il centro antiviolenza: la denuncia di Passarelli | isNews
La consigliera regionale con delega alle Politiche sociali denuncia: “Dal 1 novembre rischio di interruzione del servizio: una vergogna”
CAMPOBASSO. “Non serve indossare le scarpe rosse nei momenti di circostanza: servono i fatti”. Così la consigliera regionale Stefania Passarelli, delegata alle Politiche sociali, ha commentato la vicenda legata alla gestione del Centro antiviolenza di Campobasso, che dal 1 novembre passerà sotto la responsabilità dell’Aps Liberaluna, individuata dalla Regione Molise come nuovo partner per la coprogettazione e cogestione della rete dei servizi contro la violenza di genere.
A seguito dell’avviso pubblico del 1 agosto, ricorda la Passarelli, l’Aps Liberaluna è risultata la prima classificata al termine della procedura di valutazione della Commissione tecnica regionale, assumendo la gestione dell’intera rete di interventi in stretta collaborazione con gli Ambiti Territoriali Sociali di Campobasso, Isernia e Termoli, oltre che con i Comuni coinvolti. Tuttavia, come denuncia la consigliera Passarelli, a pochi giorni dall’avvio delle nuove attività, il Comune di Campobasso, ente capofila dell’Ats, ha comunicato che la sede finora utilizzata dal CAV “non è più disponibile”.
“Il rischio – spiega Passarelli – è che dal 1 novembre le attività di contrasto alla violenza di genere vengano erogate a singhiozzo, almeno fino all’individuazione di una nuova sede. Eppure il cambio di gestione era noto da tempo. Già lo scorso 15 ottobre, durante una riunione con tutti i soggetti interessati, erano stati chiariti ruoli, contenuti e obiettivi del progetto, chiedendo a ogni ente collaborazione per garantire la continuità del servizio. Tutti avevano manifestato disponibilità. Tutti, a parole”.
Ma, rileva la consigliera delgata, solo il 29 ottobre – a due giorni dalla scadenza del servizio del precedente gestore – la sindaca di Campobasso Marialuisa Forte, in qualità di presidente del Comitato dei sindaci dell’Ats, ha comunicato che “l’amministrazione ha già programmato una diversa destinazione dei locali, anche alla luce del fatto che non sussiste alcuna continuità giuridico-amministrativa tra il sistema in scadenza e il nuovo assetto organizzativo”.
Una scelta che la Passarelli definisce “grave e incomprensibile. Tra il dire e il fare – afferma – sembra esserci di mezzo la volontà di non voler gestire direttamente questo tipo di servizio. Il Comune si impegna genericamente a collaborare per la tutela delle donne e dei minori, ma non offre una sede, un luogo di accoglienza, ascolto e protezione. Quella stessa sede dove in passato si sono tagliati nastri e pronunciate parole di circostanza. È una vergogna, umana e istituzionale”.
Passarelli conclude sottolineando che la Regione Molise, attraverso il Servizio Programmazione Politiche Sociali, insieme all’Asrem e all’Aps Liberaluna, “si è già attivata per individuare una nuova sede dignitosa e funzionale, indispensabile per garantire la continuità delle attività e la tutela di donne e bambini vittime di violenza”.
“Servono azioni vere e concrete – ribadisce – non spillette, non panchine rosse, non discorsi retorici. Solo così si può dimostrare rispetto per chi, ogni giorno, lotta per sopravvivere alla violenza”.
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