Camper, disordine e degrado nel parcheggio del cimitero – Bolzano
BOLZANO. C’è la roulotte, da dove la gente esce, si siede intorno e si fa i fatti suoi. E non guarda in faccia nessuno. Ci sono i camper. Impegnati nella consueta occupazione degli spazi: non temporanea, stabile. Ci sono le bici. Meglio, quello che resta: senza sella, gomme, pedali. Accrocchiate come in una discarica, una sull’altra. Riverse sulle griglie in una composizione che neanche al MoMA. O al Museion.
Ci sono infine i venditori di fiori: «Stiamo in qui in mezzo e non è un bel lavorare», dicono. E neppure un bel vedere. Qualche crisantemo occhieggia impaurito, chiedendosi dove mai sia capitato. Perchè lì c’è il cimitero. Queste installazioni degradate, fatte di mezzi ormai esausti e di altri che, semplicemente, non hanno immaginato nulla di meglio che occupare un luogo così sensibile, trovano chi ci passa in mezzo, affretta il passo, tiene gli occhi bassi perché chissà chi uscirà di lì nel caso si mettesse a fare qualche rimostranza.
Certo, servirebbe. Ecco la periferia di una città che non ce la fa neppure a preservare spazi così delicati, dedicati alla preghiera e al silenzio. Ma così va il mondo oggi. Tant’è che questo assalto dei camper, per stare a quello, non è di ieri e non è solo di qui. Anche in giro per il territorio i sindaci non sanno più a che santo votarsi per far loro una regolata: alzano bandiera bianca e sperando nella stagione meno propizia. Certo, a Bolzano non è una novità. Sono anni che giunte su giunte hanno provato a dare una regolata alla questione. Ma è come la fatica di Sisifo: si porta a fatica un masso sulla cima della collina e poi lui, incurante, rotola giù e di deve ricominciare.
Il sindaco: «Serve la mappaturadei luoghi di sofferenza»
Claudio Corrarati adesso ha visto. Anche questo. E dice un paio di cose. La prima: «Mando chi di dovere, occorre uscirne da situazioni simili». Poi aggiunge: «Bolzano ha decine di luoghi che soffrono di questi problemi ma adesso è arrivato il tempo di non fare più interventi a spot». Tant’è che il sindaco annuncia un cambio di strategia: si farà una mappatura dei luoghi in sofferenza, e non solo in periferia e non solo nell’area del cimitero, per poi muoversi come a raggiera dentro la griglia del degrado e avanzare per rimuoverlo. Ma c’è anche un’ idea di fondo: «Bolzano ha vissuto per decenni senza una strategia di accoglienza per chi viene da fuori. Quello del cimitero, per stare sul pezzo, è un quadrante strategico. Possiamo intanto frenare queste occupazioni e il degrado ma, in prospettiva, il progetto è di strutturare queste aree ai margini della città per creare spazi organizzati dedicati a chi arriva. Anche in camper. Non bisogna farsi travolgere dalle situazioni di fatto».
Traduzione: Bolzano è diventata, anche secondo l’Azienda di soggiorno, una meta e non solo un transito ma, tranne Bolzano sud e il suo casello, non ha nulla di simile a aree di sosta in periferia per poi raggiungere il centro in navetta o in bus. «La città finora è stata bloccata su questo fronte», aggiunge. Poi c’è la questione del rispetto: quegli accrocchi di bici, i parcheggi selvaggi, l’uso di spazi per mangiare e bere, riguarda la politica ma anche se non soprattutto, l’educazione. «Dare ordine ai luoghi, educare le persone anche attraverso inviti e cartellonistica è un lavoro lungo che non si fa in due mesi ma – insiste il sindaco – va fatto. Serve un a città che rispetti anche gli ospiti ma anche che sia rispettata. Se serve lo faremo capire anche in altri modi…».