Politica

camorristi sul palco dei festeggiamenti

Prima di diventare un caso giudiziario, e tra le concause dell’amministrazione controllata della Juve Stabia per infiltrazioni camorristiche, la presenza di tre tifosi contigui al clan D’Alessandro alle celebrazioni pubbliche del 29 maggio per l’ottimo campionato delle Vespe era diventata un caso politico. Le foto sul palco dell’evento in villa Comunale, organizzato dal Comune di Castellammare di Stabia per festeggiare la conclusione di una stagione culminata nei play off promozione per la serie A, fecero il giro di pc e cellulari. Si vedevano questi personaggi a poca distanza dai vertici dell’amministrazione e del sindaco Luigi Vicinanza, leader di una maggioranza eletta nel 2024 come avanguardia dell’attuale campo largo.

L’europarlamentare Pd Sandro Ruotolo, componente della segreteria Schlein, che è anche consigliere comunale stabiese, candidatosi proprio per rimarcare una svolta rispetto al precedente scioglimento per camorra di una giunta di centrodestra, diramò un comunicato molto polemico: “Sul palco del Comune sono saliti noti camorristi, pusher, ed elementi riconducibili ai clan stabiesi: una vergogna per lo sport e per la città”. E si rivolse al sindaco così: “Da che parte state?”.

La risposta di Vicinanza, ex direttore dell’Espresso e di diverse testate di punta dell’allora gruppo editoriale di Repubblica, non si fece attendere: “Con me i clan sono fuori dal Comune, conosco Sandro da mezzo secolo, ci siamo incontrati da giovani cronisti, lui ha sempre avuto buone fonti, da politico in questo caso dico che le sue fonti sono cattive, e non accetto patenti di legalità da nessuno”. Non ci fu una vera e propria frattura e poi i rapporti sono rimasti buoni, come peraltro è documentato dalla recentissima presenza di Ruotolo ad un evento elettorale organizzato da Vicinanza per promuovere la candidatura a governatore di Roberto Fico. Ma all’epoca la tensione si affettava col coltello.

I tre a cui fa riferimento, senza fare nomi, il comunicato firmato dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri, dal procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo e dal questore di Napoli Maurizio Agricola, sono personaggi noti alle cronache stabiesi: Michele Lucarelli, coinvolto in traffici di droga; Giovanni Imparato, ras del rione Savorito; Raffaele Di Somma, alias ’o Ninnillo, boss che ha scontato una condanna a venti anni. I tre salirono sul palco per consegnare una targa. Quel momento è stato immortalato in numerose cronache giornalistiche locali. Fino a finire nelle informative di polizia giudiziaria come una delle tante tracce dei condizionamenti del clan intorno alla Juve Stabia.

Oggi Ruotolo è tornato sull’argomento: “L’amministrazione controllata della Juve Stabia è un fatto molto grave. Siamo stati i primi a denunciare nel silenzio generale e siamo stati attaccati violentemente, minacciati, isolati e delegittimati, ma non ci siamo fermati e abbiamo continuato a controllare, a denunciare, non abbiamo mai abbassato la guardia. L’osservatorio stabiese contro la camorra è nato per questo motivo”.


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