Marche

Calzature, Fermo è quarta in Italia tra le province esposte con gli Usa

FERMO Preoccupano eccome nel Fermano i dazi decisi da Trump. Le attività manifatturiere sono tra le più colpite, e Fermo è una provincia molto esposta con la produzione di calzature, pelletteria, cappelli e quant’altro. Per cui si teme un impatto decisamente negativo. «Ad essere colpite direttamente sono le imprese manifatturiere fermane che esportano negli Stati Uniti ma, indirettamente sono anche quelle che lavorano per i grandi marchi della moda e del lusso, colpiti anch’essi dalla scure di Trump. La calzatura, al pari di tutta la moda, è un settore già debole e in difficoltà la cui ripresa viene ulteriormente ostacolata dai dazi» prevede Fabrizio Luciani, presidente di Confindustria Fermo.

I pericoli

Per lo stesso Luciani: «C’è il serio pericolo che i dazi possano minare la resilienza degli imprenditori, scoraggiati da un contesto geopolitico in continua trasformazione, che non solo non agevola il commercio ma lo ostacola».

Il presidente di Confindustria Fermo teme dunque che qualche imprenditore possa dire basta e chiudere l’azienda perché esasperato dalla situazione. E crede che l’applicazione dei dazi possa essere solo l’inizio di un quadro geopolitico internazionale destinato a cambiare ancora nei prossimi anni «con la speranza che il finale sia il meno doloroso possibile per tutti».

In provincia di Fermo gli altri settori colpiti hanno dimensioni marginali rispetto a quelli manufatturieri. Ma non sono meno importanti, come quello dell’agroalimentare o della meccanica. «Soluzioni? Mi viene da dire nessuna con una politica europea che non tutela le imprese. Rivolgersi ad altri mercati per compensare la perdita negli Usa non è semplice. Occorrono risorse e tempo».

Le stime

Per Luciani occorreranno un paio di mesi per capire meglio l’impatto dei dazi a livello globale e per avere un quadro più delineato della situazione. Luciani ha tirato in ballo la calzatura come industria fermana più colpita dai dazi. Nel 2024, l’export di calzature fermane verso gli Usa (il quarto mercato più importante) è stato di 52,77 milioni di euro, -13% sul 2023. Fermo è la quarta provincia calzaturiera d’Italia maggiormente esposta verso gli Usa.

Le variabili

«Stiamo studiando il provvedimento di Trump per conoscere i dettagli. Le variabili sono ancora molte per capire l’entità di questo impatto», esordisce Valentino Fenni, presidente della sezione calzatura in seno a Confindustria Fermo. Che poi prosegue: «Il mercato si adeguerà e bisognerà poi vedere per quanto tempo resteranno in vigore i dazi. L’impressione è che con i dazi applicati praticamente a tutti i paesi esportatori di scarpe negli Usa, non ci sono favoriti. I prezzi delle scarpe nei negozi statunitensi sono destinati ad aumentare, così come per molti altri prodotti, per cui il consumatore locale dovrà selezionare cosa comprare e finirà per tagliare gli acquisti di moda e abbigliamento.

La clientela a cui si rivolge la scarpa fermana, e made in Italy in generale, è tutto sommato benestante e ricca, per cui potrebbe assorbire meglio l’urto dell’aumento dei prezzi». In altre parole Il consumatore che ha 400 o 500 dollari da spendere, potrebbe averne anche 600 e non rimandare l’acquisto, cosa più difficile per le fasce con redditi decisamente più bassi. La riduzione del prezzo dell’energia, un cambio dollaro-euro più favorevole potrebbero aiutare a mitigare l’effetto-dazio. «Sarebbe più efficace se il governo italiano intervenisse sul cuneo fiscale per ridurre il costo del lavoro alle imprese, rendendole più competitive» conclude Fenni.




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