Caiarossa, dalla costa nuova generazione di Super Tuscan – Vino
Uno scudo verde di quasi 80 ettari bio lungo la costa toscana, nella Val di Cecina, all’interno del quale 40 ettari, circondati da boschi e 500 olivi, sono dedicati alla viticoltura secondo la biodinamica. Si presenta così, a Riparbella (Pisa), Caiarossa, una tenuta acquisita nel 2004 da Eric Albada Jelgersma che vi ha portato le conoscenze sviluppate negli anni a Bordeaux, con Château Giscours, azienda vinicola nella denominazione Margaux. I suoi figli Dennis, Derk e Valérie proseguono sulle orme del padre alla ricerca della massima qualità nella produzione di blend di dieci varietà essenzialmente bordolesi.
Il nome “Caiarossa” rende omaggio alla divinità della Terra, Gaia, e alle sfumature di colore rosso del luogo. Il simbolo, riportato sull’etichetta di tutti i vini, raffigura la testa di una statua etrusca di Dioniso, il dio del vino, della vegetazione e della fertilità. “E’ un’azienda giovane che ha saputo pazientemente crescere – ricorda il general manager Alexander van Beek – ed affermarsi. Con un totale di 40 ettari vitati divisi in 59 parcelle. Riparbella è l’ideale rappresentazione della costa toscana e della macchia mediterranea, che conferisce carattere e vitalità a questa nuova generazione di Super Tuscan”, “Usando la biodinamica, siamo molto vicino alla natura – sottolinea Jerome Poisson durante la masterclass a Roma in abbinamento ad un menu curato da Marco Martini – . Questo vuol dire per noi avere un rapporto diverso con quello che che ci circonda, la luminosità pazzesca, le nostre vigne e i suoli e le persone che ci lavorano; tutto è molto importante nel suo insieme. Vogliamo fare un vino italiano, Igt Toscana, che rispecchia il territorio, e al contempo però vogliamo portare la sensibilità produttiva francese, Del resto l’assemblaggio non è un risultato scientifico ma deve riflettere un’armonia, l’eleganza del bere”.
Dal 2003 Caiarossa è certificato biologico, nel 2005 è stata ottenuta la certificazione biodinamica. “La raccolta delle uve è manuale in cassette da 15 kg, – precisa Francesco Villa, direttore tecnico – vuol dire che abbiamo tante persone del posto e che lavorano con noi tutto l’anno. Produrre un vino di qualità corrisponde a renderci parte attiva – afferma Villa – nella difesa e nel rispetto del nostro pianeta, assicurando allo stesso modo la massima sostenibilità ambientale e sociale di questi luoghi. Produciamo anche il nostro compost che è una chiave fondamentale per la vitalità dei nostri suoli”.
La proprietà, la famiglia Albada Jelgersma, ha fatto costruire una cantina verticale, per sfruttare in modo naturale la gravità nelle lavorazioni delle uve e, seguendo la filosofia orientale del Feng Shui, sono state definite forme, colori, luci, materiali e orientamento della struttura. Dal 2016 la cantina fa parte del progetto “Toscana Wine Architecture”, che unisce 14 cantine Toscane, scelte per le loro particolarità architettoniche.
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