Caccia, in Umbria è battaglia legale: dalla Regione stop per quattro specie
di Daniele Bovi
In Umbria stop alla caccia per alcune specie. Dopo la diffida inviata nei giorni scorsi dalle associazioni ambientaliste la giunta regionale, venerdì, ha deciso di sospendere la caccia per quanto riguarda tordo bottaccio, cesena, tordo sassello e beccaccia.
La vicenda Il caso nasce a settembre quando diverse associazioni ambientaliste hanno fatto ricorso al Tar dell’Umbria, impugnando il calendario venatorio 2024/2025 per quanto riguarda la chiusura anticipata della caccia relativamente alle specie citate in precedenza. La magistratura amministrativa ha ritenuto il ricorso in parte improcedibile e in parte lo ha respinto; a quel punto è arrivato l’appello al Consiglio di Stato che, a metà dicembre, ha deciso con un decreto di sospendere la sentenza in attesa della discussione di merito. Quest’ultima c’è stata mercoledì, quando il Consiglio di Stato ha confermato la sospensiva.
LA DIFFIDA DELLE ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
Le decisioni Con il decreto veniva imposto alla Regione di sospendere la caccia entro il 31 dicembre per quanto riguarda il tordo bottaccio, il 9 gennaio per gli altri turdidi e il 30 dicembre per la beccaccia. La caccia è però andata avanti e così, nei giorni scorsi, è arrivata la diffida degli ambientalisti con tanto di promessa di inviare tutto alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti rispettivamente «per i risvolti penali e il danno erariale causato». Da qui lo stop alla caccia deciso venerdì dalla giunta tenendo conto prioritariamente, «nella valutazione degli interessi pubblici in gioco, la valenza ambientale della disciplina»; il tutto «in attesa di ulteriori approfondimenti». Stando al calendario approvato nei mesi scorsi, lo stop per le quattro specie era previsto per il 30 gennaio. Di sicuro se i fucili taceranno, la battaglia proseguirà a suon di carte bollate.
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