Sicilia

Bufera sul Comune di Milano e sulle scelte urbanistiche: indagato anche l’archistar Stefano Boeri

L’inchiessta della Procura meneghina e della Guardia di finanza, chiesto anche l’arresto di un assessore

Milano si trova al centro di una bufera giudiziaria che coinvolge alcuni dei nomi più illustri dell’architettura e della politica cittadina. Nell’ultima tranche dell’indagine della Guardia di Finanza sulla gestione urbanistica, è finito sotto inchiesta anche l’archistar Stefano Boeri, celebre in tutto il mondo per il Bosco Verticale. La Procura ha disposto perquisizioni nei suoi confronti: Boeri risulta indagato senza richiesta di custodia cautelare, ma tra i progetti sotto la lente ci sono la riqualificazione del “Pirellino” e il contestato progetto Bosconavigli, per il quale è già imputato per abuso edilizio insieme ad altre persone. Sempre a Milano, l’architetto è coinvolto anche nel procedimento sulla Biblioteca europea di informazione e cultura con le accuse di turbativa d’asta e false dichiarazioni.

Perquisizioni anche negli uffici del Comune: Tancredi verso i domiciliari

Nel mirino degli investigatori non c’è solo il mondo degli studi di architettura: le forze dell’ordine hanno effettuato acquisizioni di documenti negli uffici del Comune e perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici di dirigenti. In particolare, l’attenzione è puntata sull’assessore alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, per il quale la Procura ha chiesto gli arresti domiciliari con l’ipotesi di corruzione. Il suo ruolo di supervisore sulle politiche urbanistiche cittadine lo rende una figura chiave in questa vicenda e pone nuovi interrogativi sulla trasparenza dei processi decisionali pubblici a Milano.

Sei arresti richiesti: nel mirino anche Catella, imprenditori e Commissione Paesaggio

Complessivamente, la Procura ha chiesto sei arresti: domiciliari per Tancredi e per l’imprenditore Manfredi Catella (fondatore e Ceo del gruppo Coima, noto per interventi su Porta Nuova e Pirellino), carcere per un ex presidente e un membro della Commissione Paesaggio e altri due costruttori. Le accuse, a vario titolo, sono di corruzione e falsificazione di documenti per agevolare pratiche edilizie e ottenere concessioni illecite.

Il “sistema” Oggioni e i sospetti su conflitti d’interesse

Questa tornata di arresti segue la misura, presa nei mesi scorsi, dei domiciliari per l’ex vice presidente della Commissione Paesaggio di Palazzo Marino, Giovanni Oggioni, definito dagli inquirenti “grande manovratore” di un sistema di speculazione edilizia selvaggia a vantaggio di costruttori. Oggioni avrebbe favorito pratiche edilizie in cambio di utilità: tra le accuse, anche quella di frode e depistaggio. La sua influenza si sarebbe estesa proprio alla scrittura, insieme ad altri indagati, della cosiddetta legge ‘Salva Milano’, tramite canali politici, per tentare di bloccare le indagini in corso sull’urbanistica. Rilevanti anche i casi di conflitti d’interesse: Oggioni avrebbe omesso di dichiarare l’assunzione della figlia presso una società beneficiaria di alcuni progetti amministrativi, per una cifra superiore a 124mila euro. Sarebbero almeno undici le pratiche edilizie condizionate dalle sue consulenze da oltre 178mila euro.

Una città sul filo: effetti su progetti e Commissioni

Le conseguenze dell’inchiesta sono pesanti: la sospensione di professionisti coinvolti, il rischio di azzeramento per l’intera Commissione Paesaggio e la messa in discussione della legittimità di molte autorizzazioni su cantieri e progetti di trasformazione urbana. Le indagini, ancora in corso, fanno tremare il settore e sollevano dubbi sulla governance di progetti strategici che hanno cambiato e cambiano il volto di Milano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA




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