bufera su Pro Vita & Famiglia
Nel cuore di Roma, tra le strade trafficate e i muri della città eterna, si è aperta una nuova ferita.
I cartelloni affissi dall’associazione Pro Vita & Famiglia — con immagini di bambini affiancati a frasi come “L’attivista LGBT ha spiegato come cambiare sesso” — hanno scatenato un’ondata di indignazione.
Arcigay Roma ha reagito con forza. In un comunicato durissimo, l’associazione denuncia: “Sono contenuti lesivi della dignità delle persone LGBTQIA+, che alimentano stereotipi e un clima di odio e discriminazione”.
La presidente Rachele Giuliano non usa mezzi termini: “Nel 2025 è inaccettabile assistere ancora a manifestazioni così violente. Ogni giorno persone vengono vessate, picchiate, cacciate di casa. Alcune, purtroppo, si tolgono la vita”.
Dopo appena 24 ore, il Comune ha disposto la rimozione dei cartelloni, appellandosi all’articolo 12 bis del regolamento comunale sulle affissioni.
Secondo la norma, è vietata qualsiasi pubblicità che veicoli messaggi sessisti, violenti o lesivi della libertà individuale, dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Una linea chiara, che l’amministrazione ha confermato anche stavolta.
“Gli spazi erano privati – ha dichiarato Marilena Grassadonia – ma in seguito alle verifiche, la decisione di rimozione è stata inevitabile, come già accaduto in passato”.
Intanto, Arcigay non si ferma. Dopo la Dyke March del 26 aprile, l’associazione annuncia il ritorno del Pride a Ostia: un presidio sul territorio, simbolo di resistenza e speranza.
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