Toscana

Bucchi vuol dire sintonia. Arezzo in fiducia verso i playoff per la serie B

CORSI E RICORSI – Ricapitolando. L’Arezzo in casa non batteva la Lucchese dal 2 novembre 2003: finì 2-1 con doppietta di Abbruscato. Dopo quel giorno, 4 pareggi e 3 sconfitte, compreso il dolorosissimo 1-2 nella gara secca dei playoff 2017, quando gli amaranto avevano il vantaggio del fattore campo e due risultati su tre. Ieri è caduto un piccolo tabù.

CONTROVENTO – In questa stagione l’Arezzo aveva vinto solo una volta dopo essere andato sotto di un gol: contro la Spal il 26 ottobre (2-1). Renzi e Gaddini ribaltarono match e punteggio in una circostanza rimasta unica per troppi mesi. La rimonta non era riuscita a Pesaro e Pineto, con la Ternana e con il Pontedera, con la Torres e con il Carpi. Contro la Lucchese invece è finita in gloria per 4-1: un bel segnale.

POLVERI ACCESE – Quattro gol nella stessa partita la squadra li aveva segnati soltanto una volta: il 15 dicembre contro la Pianese arrivò un successo per 4-2, quello della nebbia e della quaterna storica di Pattarello. Per ritrovare due gare chiuse con un poker nello stesso campionato, bisogna addirittura tornare indietro alla stagione 09/10, quando gli amaranto vinsero 4-1 a Foligno (gol di Togni con esultanza… virile), 6-1 a Monza (doppio cucchiaio di Croce), 4-3 a Pergocrema (primo sigillo amaranto di Fofana). Statisticamente non è un dato da poco.

10 IN PAGELLA – Con la doppietta al malcapitato Melgrati, Pattarello è arrivato a 17 reti in campionato: meglio di lui tra i professionisti, nella ultracentenaria storia amaranto, soltanto Spinesi (22 gol in B nel 04/05), Bazzani (20 gol in C1 nel 99/00) e Abbruscato (20 gol in C1 nel 03/04). Se non è una consacrazione definitiva, poco ci manca.

QUESTIONE DI FEELING – Impossibile non accorgersi della sintonia che si è creata tra allenatore e squadra. Al di là delle scelte che penalizzano qualche giocatore, non si percepiscono mugugni. Lazzarini, Damiani, Ogunseye, per citarne tre, di certo non staranno facendo i salti di gioia, eppure vanno dove tira la corrente. Al di là del fatto che l’Arezzo ogni tanto ricada in vecchi errori, il gruppo continua a tenere la barra a dritta. Non arriverà quarto, ma quinto sì. Al di là di qualche difetto strutturale della rosa, tutti si sentono forti. Non c’è un esterno di ruolo che dia il cambio a Pattarello e Tavernelli, senza Guccione viene giù (quasi) tutto l’architrave tattico, le mezze ali sono reduci da periodi complicati a livello fisico. Ma nulla scalfisce la convinzione di andarsela a giocare. La svolta impressa da Bucchi sta soprattutto qui.

PLAYOFF – L’Arezzo ha ancora una piccola speranza di agguantare la quarta posizione, dove adesso si trova il Pescara, ma è più probabile la quinta. In tal caso il 4 maggio, nel primo turno playoff, giocherà in casa contro Pontedera o Gubbio.



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CORSI E RICORSI – Ricapitolando. L’Arezzo in casa non batteva la Lucchese dal 2 novembre 2003: finì 2-1 con doppietta di Abbruscato. Dopo quel giorno, 4 pareggi e 3 sconfitte, compreso il dolorosissimo 1-2 nella gara secca dei playoff 2017, quando gli amaranto avevano il vantaggio del fattore campo e due risultati su tre. Ieri è caduto un piccolo tabù.

CONTROVENTO – In questa stagione l’Arezzo aveva vinto solo una volta dopo essere andato sotto di un gol: contro la Spal il 26 ottobre (2-1). Renzi e Gaddini ribaltarono match e punteggio in una circostanza rimasta unica per troppi mesi. La rimonta non era riuscita a Pesaro e Pineto, con la Ternana e con il Pontedera, con la Torres e con il Carpi. Contro la Lucchese invece è finita in gloria per 4-1: un bel segnale.

POLVERI ACCESE – Quattro gol nella stessa partita la squadra li aveva segnati soltanto una volta: il 15 dicembre contro la Pianese arrivò un successo per 4-2, quello della nebbia e della quaterna storica di Pattarello. Per ritrovare due gare chiuse con un poker nello stesso campionato, bisogna addirittura tornare indietro alla stagione 09/10, quando gli amaranto vinsero 4-1 a Foligno (gol di Togni con esultanza… virile), 6-1 a Monza (doppio cucchiaio di Croce), 4-3 a Pergocrema (primo sigillo amaranto di Fofana). Statisticamente non è un dato da poco.

10 IN PAGELLA – Con la doppietta al malcapitato Melgrati, Pattarello è arrivato a 17 reti in campionato: meglio di lui tra i professionisti, nella ultracentenaria storia amaranto, soltanto Spinesi (22 gol in B nel 04/05), Bazzani (20 gol in C1 nel 99/00) e Abbruscato (20 gol in C1 nel 03/04). Se non è una consacrazione definitiva, poco ci manca.

QUESTIONE DI FEELING – Impossibile non accorgersi della sintonia che si è creata tra allenatore e squadra. Al di là delle scelte che penalizzano qualche giocatore, non si percepiscono mugugni. Lazzarini, Damiani, Ogunseye, per citarne tre, di certo non staranno facendo i salti di gioia, eppure vanno dove tira la corrente. Al di là del fatto che l’Arezzo ogni tanto ricada in vecchi errori, il gruppo continua a tenere la barra a dritta. Non arriverà quarto, ma quinto sì. Al di là di qualche difetto strutturale della rosa, tutti si sentono forti. Non c’è un esterno di ruolo che dia il cambio a Pattarello e Tavernelli, senza Guccione viene giù (quasi) tutto l’architrave tattico, le mezze ali sono reduci da periodi complicati a livello fisico. Ma nulla scalfisce la convinzione di andarsela a giocare. La svolta impressa da Bucchi sta soprattutto qui.

PLAYOFF – L’Arezzo ha ancora una piccola speranza di agguantare la quarta posizione, dove adesso si trova il Pescara, ma è più probabile la quinta. In tal caso il 4 maggio, nel primo turno playoff, giocherà in casa contro Pontedera o Gubbio.



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