Economia

Brusco (Eni): “Nel 2026 si allenta la tensione”


In Europa, il mercato del gas naturale resterà teso nel 2025 perché la domanda continua ad aumentare, il gas russo non c’è più e la nuova offerta tarda ad arrivare per i ritardi operativi sui mega impianti di Gnl in Qatar e Usa“.

I prossimi saranno mesi difficili per i consumatori europei, secondo Guido Brusco, 54 anni, ingegnere meccanico, chief operating officer Global Natural Resources, la ‘nuova’ struttura di Eni che sovrintende una serie di attività, tra cui esplorazione e produzione di idrocarburi, commercializzazione di gas e Gnl, progetti di sviluppo sostenibile.

Brusco fa capire che il gas liquefatto ha permesso all’Europa di ‘salvarsi’ dai tagli di Gazprom, ma allo stesso ha esposto il vecchio continente alla volatilità dei prezzi del Gnl per la richiesta crescente da parte dei mercati asiatici, Cina in testa. “Nel 2024, l’unico elemento di mitigazione sui prezzi- dice Brusco – è stato il clima favorevole nel Far East: un inverno mite ha permesso a tanti carichi di Gnl acquistati in anticipo da cinesi e indiani di essere dirottati in Europa. I consumatori europei dovranno abituarsi a questo nuovo scenario perché in passato potevamo gestire grazie al gas russo grandi variazioni di volumi in poco tempo senza avere contraccolpi, oggi non è possibile perché questa flessibilità non esiste più con il Gnl”.

In Europa, a tenere sotto pressione i prezzi è anche il livello di stoccaggio del gas, che risulta inferiore del 15% rispetto al 2024. “Il livello è migliore in Italia, intorno al 10%, perché siamo stati più parsimoniosi. Il problema è che il mercato ha già catturato questa criticità, tant’è che la differenza di prezzo prevista tra estate e prossimo inverno risulta piatta. In sostanza, tra le due stagioni non c’è più uno spread di 4-6 dollari per MWh, che rappresentava l’incentivo a stoccare il gas in estate per poi erogarlo a un prezzo maggiorato in inverno”, spiega Brusco.

Soluzioni? “Come nel 2022, credo che il regolatore debba intervenire per aumentare lo stoccaggio. Non è un caso che il ministro Gilberto Pichetto Frattin abbia parlato di recente di un anticipo delle aste. Soluzione che potrebbe arginare il problema”, risponde l’esperto di Eni. Tuttavia, le previsioni dicono che una discesa dei prezzi del gas ci sarà nel medio periodo, quando diventeranno finalmente operativi i mega impianti in Usa e Qatar. “I primi segnali di distensione sui prezzi a livello mondiale si potranno vedere già a fine 2025 con l’avvio di 5 progetti di Gnl per una capacità complessiva installata di 43 milioni di tonnellate all’anno. E nel 2026 con l’avvio di altri progetti per una capacità complessiva di oltre 70 milioni di tonnellate all’anno”, spiega Brusco.

Da parte sua, Eni si candida a diventare operatore globale di Gnl in Asia, in particolare verso i mercati in crescita del Far East. “Solo in Indonesia nei prossimi 4 anni triplicheremo la nostra attuale produzione”, dice Brusco. Mentre Eni si conferma in Europa (e in Italia) operatore chiave per garantire la sicurezza energetica del continente grazie ai tanti accordi firmati negli ultimi anni in Africa (Algeria, Libia, Congo, Mozambico, Angola), alle scoperte di nuovi giacimenti (l’ultimo a Cipro), ai progetti avviati all’estero (Qatar) e in Italia (Argo Cassiopea).

“Negli ultimi anni, abbiamo sia intensificato le produzioni nelle nostre aree ‘core’ in Africa, che diversificato in altri Paesi africani e del mondo. In Libia abbiamo stretto nel 2023 accordi che ora sono entrati in fase esecutiva. Le prime produzioni si vedranno nel 2026. In Congo, a fine anno, vareremo una seconda nave di liquefazione che porterà la capacità a 4,5 miliardi di mc annui. In Mozambico, stiamo avviando un secondo progetto identico al Coral South per valorizzare il gas dei giacimenti offshore del Paese. In Qatar, abbiamo una partecipazione nel più grande progetto al mondo di Gnl. A Cipro abbiamo fatto un’importante scoperta, ora stiamo studiando il modo migliore per produrre ed esportare in Europa”.

Altro gas in Europa sarà prodotto attraverso società indipendenti. “In alcuni Paesi ad alto potenziale abbiamo creato società satellite del tutto indipendenti da Eni, come Var Energy in Norvegia, AzuleEnergy in Angola e Ithaca Energy in UK, che potranno crescere in modo autonomo, garantendoci valore”, aggiunge Brusco. In Italia, dove la produzione di gas continua a diminuire, Eni ha avviato in agosto la produzione del giacimento off-shore di Argo Cassiopea (Sicilia). “Per l’Italia, è un progetto importante che servirà solo a fermare in modo temporaneo l’emorragia della produzione nazionale di gas”.


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