Bruno Felicetti e il numero chiuso per gli sciatori: «Bisogna avere il senso del limite»
Prima in Italia, Madonna di Campiglio attuerà il numero chiuso per gli sciatori in pista: nelle settimana più affollate, ovvero durante le vacanze di Natale e Capodanno e nella settimana di Carnevale non potranno esserci più di 15mila sciatori. Insomma dopo il numero chiuso al Lago di Braies e alle Tre Cime di Lavaredo, e dopo la ormai famosa fotografia della coda di turisti «formiche» in Val Gardena di quest’estate, la montagna prova a parare i colpi dell’overtourism.
«Era già un paio di anni che guardavamo i numeri e ci chiedevamo come rispondere, poi abbiamo visto che i dati sulla soddisfazione dei nostri sciatori calavano di anno in anno e abbiamo capito che dovevamo fare qualcosa», dice Bruno Felicetti Direttore Funivie di Madonna di Campiglio, che servono un comprensorio di 150 chilometri di piste. «Bisogna avere il senso del limite, andare a definire un tetto massimo di sciatori è stato un obbligo per rispondere al mercato, per garantire la qualità dello sci ma anche per offrire maggiori standard di sicurezza: sentirsi dire “qui non vengo più qui perché ho paura di rompermi una gamba” è un messaggio che non va ignorato».
I dati raccolti sulla soddisfazione degli sciatore nella località delle Dolomiti di Brenta parlavano chiaro: «Con 10-12 mila sciatori la soddisfazione è molto alta, da 12 a 14 mila cala, oltre le 15 mila scende in picchiata. In generale ben il 52 % dei nostri intervistati ha commentato che c’erano troppe persone in pista».
Sempre più sciatori, soprattutto stranieri
Ma chi sono tutti questi sciatori in pista, sono cresciuti i numeri di chi scia? In effetti i dati del comprensorio di Madonna di Campiglio registrano un aumento del 30 % di sciatori negli ultimi 7 anni, la maggior parte dei quali sono stranieri, con un aumento del 16% solo nell’ultimo anno. «Gli sciatori italiani sono essenzialmente stabili», dice Felicetti, «che però si concentrano soprattutto nelle settimane “calde” di Natale e Capodanno e del Carnevale, mentre i weekend in cui c’è il cambio tra le settimane di chi soggiorna non abbiamo in genere problemi di sovraffollamento. Nelle settimane critiche, salvi gli stagionali, i plurigiornalieri e le card «pay per use» (i biglietti che permettono di pagare a utilizzo, ndr), gli skipass giornalieri saranno limitati, anche se 2-5000 saranno pur sempre in vendita».
Insomma alla fine chi farà più fatica a godersi una giornata sulla neve sarà lo sciatore in giornata, ma, commenta Felicetti, «Basta organizzarsi prima, come si fa per un concerto di Bruce Springsteen, e comprare in anticipo il proprio skipass che tra l’altro si può cancellare all’ultimo, entro 24 ore dalla giornata di sci e ricevere un voucher da usare per un’altra volta. Stiamo studiando anche skipass speciale che costerebbe il 10 per cento in meno e consente di sciare nelle zone meno battute, come magari Folgarida e Pinzolo, ma è uno skipass “di emergenza” per chi magari arriva a Madonna Campiglio senza essere a conoscenza di questa iniziativa».
Insomma, sono finiti i (bei) tempi in cui ti svegli a decidi all’ultimo di andare a sciare? In parte sì, non c’è dubbio. L’overtourism tra le tante conseguenze negative ha anche questa: la fine dell’improvvisazione e l’obbligo di stabilire tutto a priori, anche il divertimento.
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