Trentino Alto Adige/Suedtirol

Bruno De Rivo, l’architetto che sfreccia con i roller – Cronaca



BOLZANO. Un architetto con la passione per i roller. Bruno De Rivo, 58 anni di Bolzano, da 20 anni pattina ovunque gli capiti l’occasione di farlo, ma soprattutto partecipa a gare, anche quelle più dure come la “24ore Roller di Le Mans”. Lo sport è quello del pattinaggio in linea, o pattinaggio in corsa, e a questa disciplina De Rivo si è avvicinato circa 20 anni fa quando ha iniziato a partecipare alle prime gare con ottimi risultati. Una vera passione che lo porta spesso a calzare i roller e a pattinare su piste ciclabili e circuiti, addirittura per un giorno intero senza dormire, come ha fatto a Le Mans, la gara di resistenza di pattinaggio a rotelle che si tiene sul celebre circuito motociclistico francese, dove i pattinatori si alternano sulla pista per un totale di 24 ore, con l’obiettivo di coprire la massima distanza possibile nel tempo stabilito.

«Non si dorme e si mangia soltanto quando il compagno ti dà il cambio – dice De Rivo, ricordando l’esperienza vissuta a luglio con il suo compagno di squadra Massimo Rigoldi, concorrendo nella categoria Master -. Si pattina alla media di 30 chilometri orari, abbiamo coperto, alternandoci, ben 523 chilometri complessivi, 261 chilometri e mezzo ciascuno».

A settembre, invece, è stato di nuovo in gara; era tra i 5mila che hanno partecipato alla maratona di Berlino. Lavoro e passione viaggiano spesso nella stessa valigia. Infatti, De Rivo si sposta spesso a Milano, dove ha un altro studio oltre a quello di Bolzano, o a Zurigo. «Porto pattini, tutto l’occorrente e, quando ho tempo, mi alleno. A Milano su un anello di 600 metri e a Zurigo su una pista molto bella attorno a un lago». L’architetto, però, ha pattinato anche in Francia, Germania, Spagna, Olanda, finanche in Cina. A Bolzano lo sport è poco praticato e «tento di praticarlo sui tratti di piste ciclabili meno frequentati.

In Italia, questa disciplina, che è meno faticosa della corsa, più della bicicletta ma più divertente di entrambe, ha una buona tradizione anche se i campioni indiscussi sono i colombiani». L’architetto, dall’hockey, si è avvicinato ai roller perché «sul ghiaccio si gioca per soli 4 mesi l’anno e per il resto si rischiava di ingrassare». A breve, però, «tolgo le rotelle e monto le lame per tornare all’hockey fino alla prossima primavera».




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