Bruce Springsteen a Che tempo che fa: «Gli Stati Uniti hanno sempre combattuto per la libertà, anche io lo faccio. Il nostro cuore è dalla parte giusta»
«Quelli del film sono stati gli anni dove sono passato attraverso una grande transizione dal punto di vista della mia salute mentale e di vita. Ho anche inciso Nebraska, che è uno dei miei album preferiti, perché non volevo fare un album musicale ‘normale’. Abbiamo scelto semplicemente qualche anno della mia carriera e della mia vita perché volevamo dare più dramma e più musica al mio personaggio, cosa per me importantissima», ha detto ancora Bruce Springsteen aggiungendo che la sua anima è sempre stata con il suo pubblico, «è la garanzia che io do al mio pubblico ed è la mia vita questa, ed è anche il motivo per il quale faccio e sono un artista. Il film quindi risuona in questo e in questa parte della mia vita». Dal canto suo, Jeremy Allen White ha spiegato che calarsi nei panni di Bruce Springsteen è stato tutt’altro che facile: «Ho sempre ammirato Bruce e la sua arte. Ho dovuto trovare il mio modo di capire lui da giovane, quando aveva 31, 32 anni. È stato un periodo della sua vita dove è iniziato davvero il suo lavoro. Ho cercato di capire quale fosse il suo passato e il suo presente di musicista, e in più ho dovuto imparare a cantare e a suonare la chitarra. Ho sentito molta responsabilità in questo senso, e volevo ovviamente rendere giustizia alla storia di Bruce, a quel periodo della sua vita e alle persone che lo ammirano tutt’oggi e ammirano la sua musica. È stato un bel percorso».
Bruce Springsteen ha detto che il lavoro di Allen White nel film a lui dedicato è stato meraviglioso: «Devo dire che gli è venuto naturale, e poi canta proprio dando la sua impronta, dà questo afflato interno ed esterno psicologico della musica che è l’essenza. Adesso licenzio Steven Van Zandt (il suo chitarrista, ndr) e sarà lui, Jeremy, che lo sostituirà», ha scherzato ancora Springsteen, che del film ha apprezzato soprattutto la maniera con la quale è stata ricostruita la casa della nonna in Virginia in cui è cresciuto fino ai 7 anni. «È una casa che visito ancora nei miei sogni: almeno due volte l’anno la sogno sperando di poter rientrare. Gli anni della tua vita a quell’età rimangono sempre con te al di là dei conflitti, al di là dei ricordi e al di là dell’intensità di quei luoghi dove abbiamo vissuto. È stato davvero uno dei luoghi fondamentali della mia vita, e riuscire a riviverlo in questo modo è stato meraviglioso».
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