Basilicata

Brindisi, scoperta fabbrica clandestina di sigarette


I finanzieri scoprono una fabbrica clandestina di sigarette in un immobile abbandonato in provincia di Brindisi. Sequestrate oltre 15 tonnellate di tabacco e macchinari industriali. Danno erariale stimato in 3 milioni di euro


La Guardia di Finanza di Brindisi ha inferto un duro colpo al mercato del contrabbando, portando alla luce una fabbrica clandestina di sigarette in piena attività. I militari hanno scoperto che un vecchio immobile abbandonato della provincia era stato trasformato in un opificio industriale perfettamente attrezzato per la lavorazione e il confezionamento di tabacchi lavorati esteri.

FABBRICA CLANDESTINA DI SIGARETTE IN VECCHIO IMMOBILE

L’operazione, nata nell’ambito del contrasto alla produzione illegale, ha svelato un sistema organizzato nei minimi dettagli per immettere sul mercato enormi quantità di prodotto contraffatto.

I NUMERI RECORD DEL SEQUESTRO DEI FINANZIERI

Durante il blitz, le Fiamme Gialle hanno bloccato la catena di montaggio e messo i sigilli a un quantitativo impressionante di materiale. I militari all’interno della struttura hanno trovato: 11 tonnellate e 700 chili di sigarette già confezionate, 4 tonnellate e 200 chili di tabacco trinciato pronto per la lavorazione, 36 bancali di materiali “precursori” (filtri, cartine, colle). Migliaia di pacchetti con il marchio Marlboro contraffatto e 8 macchinari industriali specifici per la fabbricazione e l’impacchettamento delle sigarette.

FABBRICA CLANDESTINA, 10 ARRESTI, INDAGATI VIVEVANO IN CONDIZIONI DI DEGRADO

Al momento dell’irruzione, i finanzieri hanno sorpreso 10 persone intente a lavorare ai macchinari. I militari hanno arrestato immediatamente tutti i presenti.

L’ispezione dei locali ha rivelato anche il lato umano e degradante dell’operazione illegale: in un’ala della struttura, gli organizzatori avevano ricavato alloggi di fortuna dove gli indagati vivevano e dormivano in condizioni igienico-sanitarie precarie, praticamente segregati all’interno della fabbrica per garantire la continuità della produzione.

IL DANNO ERARIALE ALLO STATO

Secondo quanto riferito dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza, l’impatto economico di questa attività illecita era potenzialmente devastante. Le stime indicano che le sigarette sequestrate, se immesse sul mercato nero, avrebbero generato un mancato introito per le casse dello Stato e dell’Unione Europea pari a circa 3 milioni di euro tra accise e IVA evasa.

LE INDAGINI

L’individuazione della struttura non è stata casuale: i finanzieri sono risaliti alla “fabbrica madre” seguendo le tracce di un precedente sequestro di oltre una tonnellata di sigarette, effettuato poche settimane fa, che ha permesso agli inquirenti di ricostruire la filiera fino alla fonte di produzione.

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