Brenda Lodigiani: «Non accettavo di vedere mia mamma triste e arrabbiata, così ho cominciato a fare per lei la pagliaccia, la buffona, lo show. Di sicuro non invidio chi inizia adesso: con la gogna dei social, un numero inferiore di produzioni tv… Queste foto? Finiranno sul mio Tinder»
Questa intervista a Brenda Lodigiani è pubblicata sul numero 32-33 di Vanity Fair in edicola fino al 12 agosto 2025.
«Queste foto finiranno sul mio Tinder». Brenda Lodigiani è scoppiettante, l’amica che tutti vorremmo. È seduta con le gambe accavallate, le cuffie nelle orecchie e i capelli raccolti in uno chignon, nel locale più rumoroso e con le cameriere più insistenti di Paolo Sarpi («lo metta nell’intervista»), che è la zona di Milano in cui abita. È l’ora dell’aperitivo e ha appena finito di registrare l’ennesima puntata di Bake Off Italia – Dolci in forno, di cui ha ereditato la conduzione. Non è stanca. È felice. «Mai avrei creduto potesse arrivare questa proposta. Invece la rete ha voluto proprio me. Forse anche perché, nel format originale, presentano i comedian. Ho detto: “Ragazzi, non sono Benedetta Parodi, lady perfezione. E a malapena conosco la differenza tra il tuorlo e l’albume”».
Trentasette anni, la lunga gavetta che, sostiene lei, non è ancora finita, gli sketch-tormentoni in versione Milanese Imbruttita, Lol – Chi ride è fuori, le parodie virali a partire da Arisa e poi quelle che hanno contribuito al successo del GialappaShow, da Annalaisa alla brunetta dei Ricchi e Poveri passando per Lazza. Fino a oggi.
Davanti a un paio di «birrette», Brenda è un fiume di parole, tra la paura di «tirare delle pezze» e la voglia di raccontarsi, di emozionarsi (mostra più volte la pelle d’oca). Parla di padri che ci lasciano ma non per davvero, di istinto materno che non è così istintivo, di occasioni che sembrano ultime e invece spalancano portoni, di amori che finiscono e di app che è tempo di aprire.
Che stile di conduzione ha?
«Verace e un po’ sopra le righe. Sono terribilmente me stessa».
Modelli di riferimento?
«Simona Ventura all’Isola dei famosi e Geppi Cucciari, con il suo percorso incredibile, tant’è che non sento più frecciatine tipo: “La comica dovrebbe limitarsi a fare la comica”. Poi, vabbè, Raffaella Carrà, che per prima ha avuto il coraggio di mostrare la forte personalità».
C’è un concorrente di Bake Off Italia che le ispira una parodia?
«Che domanda è? Almeno tre o quattro!».
Qual è il dolce che le ricorda l’infanzia, come la madeleine di Proust?
«L’impasto crudo delle torte. L’associo alla nonna paterna, Vincenza detta Pupetta. Donna accudente del Sud trasferita a Campo di Marte, frazione di Lodi, mi portava la colazione a letto e cucinava un sacco: alle 8 del mattino la sua casa profumava già di ragù. Lei mi passava la spatola – tecnicamente marisa, l’ho imparato da poco – e mi lasciava leccarla o infilare le dita nella ciotola dell’impasto. Mi è rimasto il vizio, lo faccio anche in trasmissione e alcuni si spaventano: “Brenda, l’uovo è crudo!”, non sanno che ho gli anticorpi».
La sua è stata un’infanzia felice?
«Vivevamo in un complesso popolare nella periferia del Lodigiano, un’ex cascina ristrutturata in mezzo al nulla: a portata di mano c’erano solo la latteria, il tabaccaio e un fruttivendolo. Ma era una comunità, molto variegata, dove ho fatto un po’ di pratica di mondo e ho allenato lo spirito di adattamento. Trascorrevo i pomeriggi estivi a giocare a nascondino con i bambini dei vicini oppure a dirigerli negli spettacoli che inventavo e obbligavo gli adulti a vedere. Altrimenti me ne stavo appiccicata alla tv a improvvisare i balletti delle pubblicità: partiva quella del silicone sigillante Saratoga ed eccomi lì a dimenarmi. Secondo i miei genitori ero iperestroversa, casinista, faccia di tolla, e cantavo da mattina a sera; invece, io mi ricordo timida».
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