Brasile, al via una nuova produzione di vini col Dna italiano – Vino
A settembre il Brasile avvia una
nuova fase di un progetto volto a rafforzare la produzione
nazionale di vini di alta qualità con Dna italiano, ma che
riflettano il “terroir” locale. Chiamata ‘Vigneto Italia’,
l’iniziativa punta su barbatelle della varietà italiana Incrocio
Manzoni a Jundiaí, città dell’entroterra di San Paolo nota come
la “terra dell’uva” per l’impatto dell’immigrazione proveniente
dall’Italia, soprattutto dal Veneto.
La coltivazione è prevista nell’appezzamento della Scuola
tecnica statale Benedito Storani (EtecBest), collegata al Centro
Paula Souza, della capitale paulista, con una varietà creata
circa un secolo fa dall’enologo e genetista veneto Luigi
Manzoni.
“Non sappiamo che tipo di vini avremo qui a causa del terroir
e di tanti altri dettagli”, afferma Paola Tedeschi, promotrice
del progetto, collaboratrice dell’Etec e direttrice
dell’Istituto Italiano di cucina per stranieri (Icif) in
Brasile.
Lanciato nel 2023, il progetto ha già piantato la variante
Tocai Rosso a Jundiaí nel 2024 e prevede la coltivazione di
altri vitigni autoctoni italiani, come Croatina, Corvina,
Durella, Vermentino e Malvasia del Lazio.
Il ‘Vigneto Italia’ prevede anche scambi tra studenti del
corso tecnico in viticoltura ed enologia dell’EtecBest e
dell’Istituto statale di istruzione secondaria superiore G.B.
Cerletti, a Conegliano, territorio dei vini Manzoni e membro
della Strada del Prosecco.
Nel frattempo, ogni sei mesi, i docenti dell’istituto
italiano seguiranno lo sviluppo dell’iniziativa a Jundiaí.
“L’obiettivo del Vigneto Italia è quello di arrivare a
un’enologia brasiliana che dia identità ai vini prodotti nel
Paese, poiché il vino deve essere fatto secondo la cultura
locale”, spiega Mauro Zardeto, responsabile della gestione del
progetto di scambio dell’Istituto G.B. Cerletti.
Il professor Luigi Franco, della stessa istituzione,
sottolinea che “la costruzione del terroir a Jundiaí permetterà
di valorizzare la produzione locale di vini e altri prodotti
agricoli in modo da distinguerli dalla massificazione”.
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