Brad Pitt, stilista con l’amica Sat Hari Khalsa (e il cuore in Toscana)
Non sarà certo la prima star che si dà alla moda, Brad Pitt. Dalle gemelle Mary-Kate e Ashley Olsen di The Row a Justin Bieber (che di recente ha fondato un nuovo brand)in giù, molte star di Hollywood hanno tentato – con alterno successo – la carta dell’industria del glamour. C’è da dire che dalla sua Pitt ha uno stile indiscutibilmente innato, ma che con gli anni ha saputo anche farsi sempre più originale e personale: dai look un po’ strapazzati da bello e dannato degli anni ‘90, a quelli sorprendenti degli ultimi red carpet, tra gonne e colori vivacissimi che l’hanno consacrato icona over 60 dall’ineguagliabile charme.
Ma, dalla sua, ha anche un’amica di vecchia data di certo non digiuna in quanto a moda, ovvero la designer di gioielli, ma anche curatrice olistica, Sat Hari Khalsa (tranquilli: con la fidanzata Ines De Ramon, anch’ella designer di gioielli, procederebbe tutto a gonfie vele) con la quale, già dal 2019, ha dato vita a Los Angeles al brand God’s True Cashmere, subito adorato dai colleghi hollywoodiani, che non hanno resistito alle ormai famose camicie in fantasia scozzese realizzate con la preziosa lana proveniente da allevamenti etici di capre. Prezzo medio: 2mila euro o giù di lì.
Dalla sua, infine, anche un punto d’orgoglio per le nostre manifatture italiane, ovvero il fatto che la produzione dei capi del brand di lusso che Brad Pitt e Sat Hari Khalsa realizzano sia affidata a laboratori toscani, un’eccellenza del made in Italy che ha conquistato la coppia creativa nel suo percorso nell’industria della moda.
«Siamo un marchio di Los Angeles realizzato in Italia. Non riesco a pensare a nessun’altra opzione», racconta la stilista e imprenditrice all’Ansa. «Quando abbiamo ideato il marchio, siamo stati attratti dalla bellezza e dalla cultura italiana. L’artigianalità è ineguagliabile nella sua precisione ed esclusività. Produciamo tutto in Italia, in Toscana. Non abbiamo altri piani per l’azienda. Cerchiamo sempre l’eccellenza, che si tratti delle materie prime, della tessitura, delle cuciture, delle finiture. Lavoriamo con piccoli artigiani locali e fabbriche che possono impegnarsi in politiche sostenibili ed etiche».
Ancora all’agenzia di stampa italiana, Khalsa racconta come si sviluppi il processo creativo assieme al celebre partner imprenditoriale: «Le nostre collezioni di solito partono da colori e forme. Partiamo da un enorme tavolo di filati, li intrecciamo insieme e li sovrapponiamo. Durante queste sessioni beviamo il tè e mettiamo la musica, è un momento di gioco e di gioia. Pensiamo alle stagioni, alle persone che indosseranno i capi e iniziamo a selezionare i colori, come potrebbero abbinarsi».
Ciliegina sulla torta, il tocco finale, magico: i 7 bottoni di ogni camicia rappresentano i chakra, ad essi si aggiungono i 4 delle tasche, raggiungendo il numero di 11, «che rappresentano il numero della maestria in numerologia». Per ogni bottone, una pietra preziosa curativa. Un po’ della serie: forse non sarà vero, ma nel dubbio ci credo lo stesso?
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