Trentino Alto Adige/Suedtirol

Bracconaggio, la Lav accusa la Provincia di Bolzano: «Far west della fauna» – Cronaca



BOLZANO. Dopo il ritrovamento a luglio a Castelrotto di uno sciacallo dorato avvelenato e, a settembre, di un lupo ucciso e mutilato nel Parco Naturale Fanes-Sennes-Braies, le indagini avviate da carabinieri e corpo forestale provinciale hanno portato alla denuncia di un uomo per detenzione illegale di armi da fuoco, silenziatore, ottiche termiche e notturne, oltre all’uccisione di uccelli appartenenti a specie protetta. Un nuovo episodio che riaccende l’allarme sul fenomeno del bracconaggio in Alto Adige.

Secondo quanto denunciato dalla Lav, il caso conferma la presenza di un contesto particolarmente critico. «La Provincia di Bolzano è ormai terreno di scorribande di bracconieri e giustizieri fai da te, un vero far west», afferma Massimo Vitturi (nella foto durante una protesta al Casteller, in Trentino), responsabile dell’Area Animali Selvatici. L’associazione critica l’amministrazione provinciale per aver favorito un clima ostile nei confronti dei lupi, richiamando norme ritenute insufficienti a prevenire atti illegali e un approccio giudicato troppo permissivo verso gli abbattimenti.

La Lav sottolinea inoltre l’assenza di una presa di posizione decisa da parte della Provincia contro l’uso di veleni o armi per eliminare animali selvatici, mentre vengono accolte con favore misure che ampliano l’attività venatoria. Una situazione definita «drammatica», che richiede, secondo l’associazione, interventi urgenti per rafforzare la tutela della fauna.

Vitturi ricorda che la Provincia autonoma dispone di una delega specifica dallo Stato per la protezione degli animali selvatici e sollecita la Giunta Kompatscher ad adottare misure straordinarie contro il bracconaggio. L’associazione chiede un impegno immediato per contrastare pratiche illegali che minano la conservazione della biodiversità e la sicurezza degli ecosistemi locali.




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