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Boxe, Park Si-Hun restituisce la medaglia d’oro di Seul a Roy Jones dopo 37 anni: “Appartiene a te”


Sembra che alcuni documenti negli archivi della Stasi (la polizia segreta della DDR) dimostrassero situazioni dubbie intorno ai verdetti del torneo di boxe dell’Olimpiade di Seul 1988. Tuttavia, da alcuni controlli effettuati dal Cio una decina di anni dopo, non emersero episodi di corruzione. Qualunque sia la verità, una cosa è certa: la finale per l’oro nei superwelter tra il sudcoreano Park Si-Hun e Roy Jones resta probabilmente il verdetto più scandaloso dell’intera storia del pugilato.

Park Si-Hun restituisce la medaglia d’oro a Roy Jones

Roy Jones, che poi tra i professionisti avrebbe avuto una carriera sfolgorante, dominò in maniera imbarazzante ma ebbe un’unica colpa. Non mise ko il suo avversario che poi, tra i fischi dello stesso pubblico di casa e l’incredulità generale, fu dichiarato vincitore. Uno scandalo che ebbe vasta eco anche in Italia, anche perché nei quarti la stessa sorte (con un verdetto non così assurdo ma comunque decisamente ingiusto) era capitata al nostro Vincenzo Nardiello nei quarti sempre con lo stesso avversario coreano. Ora, a distanza di 38 anni, Park Si-Hun ha fatto giustizia. Si è recato negli Stati Uniti ed ha consegnato a un Roy Jones apparso visibilmente commosso quello quello che aveva meritato sul ring, la medaglia d’oro.

La crisi di coscienza di Park Si-Hun

Park Si-Hun era un ragazzo sensibile allora e ora che ha quasi 60 anni è rimasto tale. Più volte ha detto che quella mano gli fu alzata contro la sua volontà, provò a rendere già sul ring merito al suo avversario, ma fu tutto inutile. Quel torneo olimpico che doveva essere il trampolino di lancio verso la gloria, rischiò di essere uno scivolo verso la fine. Non salì più sul ring, si dedicò all’insegnamento alle scuole elementari prima di tornare (13 anni dopo) alla boxe come istruttore. Ma soprattutto ha vissuto con gli insulti e il rimorso per una colpa non sua che sfociò, come ebbe a dichiarare, in una crisi depressiva e in propositi di suicidio. Ora Park si è definitivamente rialzato e lo ha fatto da grande uomo. Per la completa rinascita gli mancava solo l’ultimo round, il più bello: “Avevo la medaglia d’oro, ma voglio restituirtela. Appartiene a te”


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