Liguria

Botteghe storiche e locali di tradizione

L’Enoteca Ricci è un punto di riferimento per il ponente genovese dal 1932: riconosciuta tra le prime Botteghe Storiche della città, l’attività di via Rovetta 4 rosso è un luogo che custodisce una storia lunga e affascinante, come quella del proprietario Giacomo “Mino” Ricci. Novantenne, meglio conosciuto come ‘il vinaio di Pegli’, Ricci ha varcato la soglia del locale, aperto dalla zia materna Maria, per la prima volta subito dopo la fine della Guerra, nel 1945, quando aveva solamente dieci anni. Da allora quel luogo è diventato la sua seconda casa, dedicando un’intera vita al settore del vino. Nei primi anni dell’attività, il negozio si concentrava sulla vendita di vino sfuso, offrendo una selezione limitata a pochi tipi come il barberato, la barbera e la barbera extra. Con il sopraggiungere del boom economico, l’offerta si ampliò significativamente: la vineria iniziò a vendere bottiglie intere e ad includere nella gamma anche grappe e altri liquori.

 Mino iniziò a dare il suo contributo all’attività occupandosi delle consegne di bottiglie e damigiane in giro per il quartiere, prima in spalla, poi con il carretto, con la bicicletta e, infine, con l’Ape. Con il tempo, Ricci ha imparato a conoscere ogni segreto delle ‘sue’ bottiglie, e gli amanti del buon vino riconoscono come imprescindibile una tappa nella vineria. E proprio nella sua vineria ha festeggiato l’importante traguardo dei novant’anni di età, con una festa per i clienti e amici, per celebrare i traguardi raggiunti. Tra i frequentatori del locale ci sono stati, e ci sono tuttora, anche nomi noti del mondo genovese, come Renzo Piano, Gino Paoli e Bruno Lauzi

A rendere così speciale questo luogo non è soltanto la presenza del suo titolare e delle bottiglie, ma anche la sua atmosfera e la conservazione dei suoi elementi storici. All’esterno, l’antica insegna in vetro con scritte dorate e le vetrine in legno pitchpine incorniciate in ardesia raccontano la lunga storia del locale.

All’interno, l’atmosfera è calda e affascinante: il soffitto a stucchi, i lampadari in ferro battuto e il pavimento in graniglia e legno accolgono i visitatori in un ambiente d’altri tempi. Le pareti, rivestite da pannelli in pitchpine degli anni Trenta, fanno da cornice a mobili d’epoca, botti in rovere e scaffali decorati. Il bancone è un pezzo unico, scolpito in legno e ardesia dallo scultore Valdieri Pestelli. L’arredo è arricchito da oggetti antichi come cavatappi forgiati a mano, brocche, imbuti storici e una collezione di “pironi” in vetro soffiato.

Tra le bottiglie, alcune rare e non in vendita, spiccano un Erbaluce di Caluso del 1920, un cognac Salignac e un pregiato whisky Macallan. La vineria ha ospitato esposizioni di opere di vari artisti. In passato, vi si sono potute ammirare creazioni di Ugo Nespolo, Marco Lodola, Eliseo Salino e stampe di Enrico Baj. Più recentemente, in occasione della celebrazione dei suoi novant’anni, Mino Ricci ha voluto offrire la possibilità di ammirare alcune opere del maestro di fama internazionale Arnaldo Pomodoro. 

Tra le bottiglie, si può notare il cartello che recita: “Vietato bestemmiare”. Un invito che forse, fino a qualche tempo fa, si rendeva necessario. Poco lontano, un altro suggerimento: “In vino rident omnia”, “tutti sono felici con il vino”. E questo, forse, ricorda agli avventori che un brindisi, a volte, può davvero far ritrovare il vero sapore della vita.




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