Economia

Borse, Trump spegne l’Europa con i dazi universali. Fed, più cautela nel ridurre i tassi nei prossimi mesi


A Piazza Affari sotto la lente le banche, corre Leonardo

A Piazza Affari corre Leonardo (+4,1%) ai massimi dal 2000 assieme agli altri gruppi europei della difesa, dopo il richiamo di Donald Trump ai paesi della Nato ad aumentare le loro spese militari (durante la conferenza stampa di ieri nella sua tenuta di Mar-a-Lago, il presidente eletto ha esortato gli alleati ad incrementare la spesa dal 2% al 5% del Pil, minacciando anche una possibile uscita degli Stati Uniti). Gli acquisti hanno premiato le banche, con il risiko sullo sfondo, con in testa Mediolanum (+3,5%) e Bper (+3,2%). Sale UniCredit (+2,4%) che per Jp Morgan può permettersi un possibile rilancio cash fino a 4 miliardi per portare a casa l’ops su Banco Bpm senza accusare impatti significativi su utile per azione, patrimonio e pay out. In coda scivola St (-4,4%) assieme al comparto tech.

Vola illimity con l’offerta di Banca Ifis

Fuori dal paniere principale strappa illimity (+10,6%) dopo l’opas di Banca Ifis (+2,4%). Sul piatto, per ogni azione di illimity, 0,1 azioni di Banca Ifis di nuova emissione, oltre a una componente cash di 1,414 euro per azione. Il valore totale dell’operazione ammonta a 3,55 per azione (oggi illimity ha chiuso a 3,746 euro). L’integrazione tra i due gruppi – osservano gli analisti – genererà sinergie annuali pre-tasse stimate in 75 milioni di euro (circa 25 mln di ricavi e 50 mln di costi operativi, mentre i costi di integrazione previsti ammontano a 110 mln, che saranno sostenuti nel 2025). Dal punto di vista numerico, l’operazione – il cui closing è previsto a settembre 2025 – andrà a creare un’entità da «21 miliardi di asset totali, mantenendo comunque un Cet1 Ratio pro forma superiore al 14%, vista la grande patrimonializzazione di Banca Ifis, e mantenendo un’elevata payout policy», scrive Intermonte.

Dollaro si rafforza, euro oscilla su quota 1,03

Seconda seduta di rialzi per il biglietto verde, con l’aumento dei rendimenti sui Treasury Usa che prosegue e con le indiscrezioni sulle prossime mosse di Trump sui dazi che contribuiscono agli acquisti. Il dollaro ha così spinto al ribasso l’euro sotto quota 1,03 fino a un minimo di 1,02732, pesante anche il calo della sterlina. Lo yen intanto si è avvicinato al livello di 160 per dollaro, toccando 158,5575, il minimo da sei mesi.

Petrolio frena con dollaro forte. In discesa le scorte negli Usa

Prezzi del greggio in saliscendi nel corso della seduta: dopo che il Wti a New York ha superato i 75 dollari al barile per la prima volta in quasi tre mesi sono scattate le vendite. A sostenere i prezzi, il nuovo calo delle scorte negli Stati Uniti (le riserve settimanali sono scese di 0,959 mln di barili a quota 414,642 mln secondo i dati governativi). In aumento, però, le scorte di benzina e distillati. Sull’altro piatto della bilancia, il rafforzamento del dollaro pesa sulle materie prime, rendendole meno attraenti.

In calo il prezzo del gas europeo ad Amsterdam, intorno ai 45 euro al MWh.


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