Borsa: settimana in rosso per l’Europa con Fed e crisi MO, Milano chiude a -3,4%
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Le Borse europee chiudono in rosso una settimana segnata dalla riunione della Fed (che ha lasciato, come atteso, lo status quo sui tassi), ma soprattutto dalla crisi tra Israele e Iran. Non basta il recupero dell’ultima seduta a Milano che lascia sul terreno il 3,4% nell’ottava. La maglia nera va però a Francoforte (-4%), mentre Parigi e Madrid segnano entrambe un calo del 2,8% e Amsterdam del 2,3%. Riesce infine a contenere i danni a -0,7%.
Passando all’azionario, settimana difficile per le utility a Piazza Affari con A2A (-4%) ed Hera (-3,3%) tra i titoli peggiori di Piazza Affari. Stellantis (-3,5%) scivola insieme al comparto europeo delle auto, con l’indice di settore arretrato del 5,3%. Giù anche Leonardo (-3,2%). La crisi in Medio Oriente, con i suoi effetti sul turismo verso l’Europa, penalizzano poi il settore del lusso, già sotto pressione a causa dei dazi e della franta dei consumi cinesi. Moncler perde così il 3,4% a Milano, mentre tiene Cucinelli (+2,3%), tra le aziende meglio posizionate, secondo gli analisti, per affrontare le attuali difficoltà del comparto. Guardando all’Europa, va bene nella settimana anche Kering (+3,2%), beneficiando dell’arrivo alla guida del gruppo dell’ormai ex ceo di Renault Luca de Meo. Lo sprint del greggio sui venti di guerra (+2,4% il Wti e +1,9% il Brent) traina i titoli petroliferi. Così a Milano Eni guadagna il 2,2%, mentre a Parigi TotalEnergies chiude l’ottava con un bottino del 4,5%. Gli acquisti premiano anche Campari (+1,9%) e Azimut (+2,2%) con l’exploit nell’ultima seduta sull’ipotesi di ingresso della Ion di Andrea Pignataro in Tnb. Tim termina a +7,8% mentre si avvicina la prima assemblea dal cambio di guardia nel capitale della tlc tra Vivendi e Poste.
Sul valutario l’euro è salito dell’1,1% sul dollaro e si è riportato sopra la soglia degli 1,15 nel cambio col biglietto verde, come non succedeva da oltre tre anni. L’oro ha perso l’1,9% nel contratto spot mentre il bitcoin è rimasto piatto (+0,1%) sopra la soglia dei 100.000 dollari.
Europa positiva nell’ultima seduta della settimana, a Milano +0,7%
Le speranze di de-escalation in Medio Oriente danno slancio alle Borse europee, che, dopo la recente debolezza, chiudono l’ultima seduta della settimana quasi tutte con rialzi superiori al mezzo punto percentuale. A dare sostegno agli indici è stata la speranza che si possa arrivare a una soluzione diplomatica per la guerra Israele-Iran, con Teheran che, come riferito da Reuters, si è detta pronta a discutere limitazioni all’arricchimento dell’uranio, visto che il ruolo delle potenze europee è ora “più evidente”, poiché l’Iran non è disposto a collaborare con gli Stati Uniti durante gli attacchi israeliani. A riferirlo è stato un funzionario iraniano a margine dei colloqui di Ginevra dove Gran Bretagna, Francia e Germania incontrano il ministro degli esteri iraniano. Intanto il presidente americano, Donald Trump, sta prendendo tempo: ha detto che deciderà se entrare in guerra nelle prossime due settimane, scongiurando così lo scenario di un imminente attacco americano all’Iran, come paventato nei giorni scorsi.
Così, in una giornata di scadenze tecniche (cadono le cosiddette tre streghe), gli indici hanno rialzato la testa: corrono Francoforte (DAX 40), Madrid (IBEX 35), Parigi (CAC 40), Amsterdam (AEX) e Londra (FT-SE 100). Milano è la migliore (FTSE MIB). Nel frattempo, Wall Street è in altalena, con gli investitori che guardano a un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della Fed “già a luglio”.
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