Bolzano nella morsa del caro energia: microimprese pagano il 165% in più delle grandi – Cronaca
BOLZANO. Le microimprese italiane continuano a subire una forte disparità nei costi energetici rispetto alle grandi aziende. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio studi della CGIA, nel primo semestre del 2024 le piccole attività hanno pagato l’energia elettrica il 164,7% in più rispetto alle grandi imprese, con costi che hanno raggiunto i 348,3 euro al MWh contro i soli 131,6 euro delle grandi realtà industriali. Una situazione che colpisce inevitabilmente anche il tessuto economico di Bolzano.
Il fenomeno colpisce in modo uniforme tutto il territorio nazionale, Bolzano compresa, dove le microimprese – che costituiscono il tessuto economico predominante – soffrono di questo significativo svantaggio competitivo.
L’Italia si conferma il paese con le bollette più care dell’Eurozona: il costo dell’energia per le microimprese italiane supera del 18,5% la media europea, del 5,8% quello tedesco, del 38% quello francese e addirittura del 43,2% quello spagnolo.
Ad aggravare la situazione è soprattutto il peso delle tasse e degli oneri, che in Italia incidono per il 18,4% sul costo totale dell’elettricità, quasi il doppio rispetto alla media dell’Eurozona (9,6%). Particolarmente significativo il confronto con la Francia, dove questa incidenza è appena del 3,5%.
A determinare questo divario ha contribuito in modo decisivo la riforma degli energivori del 2018, che ha ridistribuito parte degli oneri dalle grandi industrie alle piccole imprese. Nonostante le misure correttive introdotte successivamente dal governo Draghi, il gap rimane consistente.
La situazione è ulteriormente preoccupante considerando che, dopo un calo nel 2023, i prezzi dell’energia sono tornati a crescere: nei primi 25 giorni del mese il costo medio del gas ha raggiunto i 54 euro per MWh (+93% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) e quello dell’energia elettrica i 152 euro (+73%).
Questo scenario penalizza in modo particolare territori come Bolzano, caratterizzati da una forte presenza di microimprese, aumentando il rischio di povertà energetica in un contesto dove già 2,4 milioni di famiglie italiane (5,3 milioni di persone) vivono in questa condizione.