Economia

Boeing si prepara a spostare gli aerei disdetti dalla Cina verso altre compagnie

Gli aerei che non verranno ritirati dalla Cina saranno consegnati ad altre compagnie aeree. E’ la risposta di Boeing alla guerra tariffaria tra Usa e Cina che ha scatenato una escalation tra i due contendenti e che ha visto il produttore americano cadere vittima delle tensioni commerciali. Il ceo Kelly Ortberg ha dichiarato che le consegne dell’azienda in Cina sono già state sospese a causa delle tariffe doganali tra i due Paesi. Nel frattempo altre compagnie aeree si sono fatte avanti per chiedere di sostituirsi alla Cina, come Air India e Malaysia Air, dal momento che la domanda di aerei resta sempre alta. I velivoli destinati a Pechino quest’anno sono una cinquantina e altre opzioni restano in sospeso e al momento sono due gli aerei tornati a Seattle ed è in procinto di riportarne un terzo, ha dichiarato Ortberg nel corso di ia conference call con gli analisti. «Ci sono molti clienti là fuori che aspettano il Max aggiungendo che questo inconveniente non avrà impatto sulla ripresa del gruppo che ha chiuso il primo trimestre con un risultato migliore delle attese facendo salire le azioni del produttore americano di oltre il 6% a Wall Street.

Il ceo ha ammesso che l’impatto delle tariffe potrà farsi sentire sulla supply chain dal momento che molte delle parti degli aerei sono prodotte in Messico, Giappone e Italia e in ultima istanza sul costo degli aeromobili. Inoltre l’80% degli aerei sono venduti fuori dagli Stati Uniti e per questo il settore dell’aviazione è una voce importante nel trade balance americano. L’introduzione delle tariffe per il settore è una novità dal momento che il mercato dei produttori di aerei è dal 1980 sottoposto al regime di “free tariff” stabilito dall’Agreement on Trade in Civil Aircraft per liberalizzare il commercio internazionale di aeromobili civili, motori, simulatori eliminando i dazi doganali su questi prodotti tra i paesi firmatari.

La guerra commerciale è una delle numerose sfide che il gruppo aerospaziale e di difesa statunitense deve affrontare, anche se i risultati del primo trimestre sono stati superiori alle aspettative di Wall Street: nei primi tre mesi dell’anno la perdita si è ridotta a 37 milioni di dollari rispetto al rosso di 355 milioni dello scorso anno grazie alla produzione e alla consegna di un maggior numero di aerei. In crescita il fatturato del 18% a 19,5 miliardi di dollari.

Definendo il 2025 «il nostro anno di svolta», il ceo Kelly Ortberg ha dichiarato che il gruppo è sulla buona strada per aumentare la produzione del suo aereo di linea 737 Max nei prossimi mesi, fino a raggiungere il tetto mensile di 38 unità imposto dalle autorità di regolamentazione statunitensi dopo i problemi di qualità emersi a seguito dell’incidente dell’Alaska a gennaio 2024. L’azienda chiederà poi l’autorizzazione a passare a 42 unità «più avanti nel corso dell’anno», una mossa che aiuterebbe a generare liquidità che è stata esaurita dal recente sciopero e dalla crisi di produzione. Nel primo trimestre le consegne di aerei sono salite a 130 – tra cui 104 737 Max – rispetto agli 83 consegnati nello stesso periodo del 2024.

La strategia di Boeing è di concentrarsi sul core business delle sue attività principali. Una mossa in questa direzione è stato l’annuncio della vendita di parti delle sue attività di aviazione digitale, tra cui l’unità di navigazione Jeppesen, a Thoma Bravo per 10,55 miliardi di dollari in un accordo interamente in contanti.


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