Bluetongue, Coldiretti Molise chiede l’attivazione di un piano vaccinale regionale | isNews
Per l’associazione di categoria si tratta di una “esigenza non procrastinabile”
ISERNIA. “Senza voler generare allarmismo sul rischio di diffusione della bluetongue, la febbre catarrale ovina, in provincia di Isernia, dove, ad oggi, sono stati accertati dal Servizio Veterinario dell’Asrem 7 casi di infezione”, Coldiretti Molise torna a chiedere “alle Istituzioni regionali delle ‘risposte operative’ al fine di bloccare sul nascere la diffusione di tale malattia, evitando che pochi casi di contagio si trasformino in una vera e propria emergenza sanitaria”.
Un rischio che, qualora si concretizzasse, “si abbatterebbe come una mannaia sulla zootecnia regionale, già durissimamente provata e che attende, da anni, la redazione di un apposito Piano zootecnico regionale con cui poter affrontare finalmente le tante criticità che impediscono lo sviluppo di una moderna e competitiva zootecnia”.
Nei giorni scorsi, il Direttore regionale di Coldiretti Molise, Aniello Ascolese, in una specifica missiva indirizzata al Presidente della Regione, Franceso Roberti, ed all’Assessore all’Agricoltura, Salvatore Micone, ha manifestato la preoccupazione dell’Organizzazione e di numerosi soci imprenditori zootecnici sul rischio concreto di propagazione della malattia all’interno delle aziende del territorio. “Un reale pericolo visto che nel confinante Abruzzo, i numeri sono ben diversi rispetto al Molise e, anche se l’Istituto zooprofilattico parla di 165 capi colpiti dalla malattia in tutta la regione, la locale Asl dichiara 330 capi deceduti solo in provincia di Teramo; questa discordanza fa sì che la preoccupazione fra i nostri allevatori che operano nei territori confinanti cresca col passare delle ore”.
Con una nota diramata il 22 luglio, ricordano da Coldiretti Molise, il Servizio Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Regione ha diffuso le Linee guida contenenti le misure di controllo e di gestione per contrastare la diffusione della bluetongue, affermando che: “Trattandosi di malattia trasmessa da vettori, l’unico strumento riconosciuto realmente efficace per contrastare gli effetti (della bluetongue, ndr) sul bestiame è la vaccinazione, mentre il rischio di contagio si può mitigare mediante l’utilizzo di antiparassitari ad azione insetticida/repellente”. Pertanto, prosegue il Servizio Prevenzione Veterinaria e Sicurezza Alimentare, “è consigliabile procedere al più presto alla vaccinazione di tutti gli animali sani che non mostrano alcun sintomo della malattia”.
Dunque una “indicazione”, questa del Servizio Prevenzione Veterinaria, che – per Coldiretti – non lascia dubbi sulla “necessità di procedere rapidamente alla vaccinazione dei capi che, ad oggi, è su base volontaria dei singoli allevatori, i quali devono assumersene i costi ed i rischi derivanti dall’operazione”.
Caso a parte riguarda le aziende zootecniche di Montenero Val Cocchiara e Pizzone già colpite dalla TBC bovina. La Blue Tongue, è accertato, è una malattia che si trasmette tramite dei vettori (insetti del genere Culicoides) che prolificano in ambienti umidi e con presenza di materiale organico; tutte condizioni presenti nelle concimaie che non vengono liberate da mesi. “Riteniamo opportuno considerare che il letame stoccato in quelle concimaie, ormai al collasso, possa rappresentare un vero e proprio serbatoio di proliferazione di tali insetti creando le condizioni favorevoli per la diffusione della bluetongue”.
Pertanto, Coldiretti Molise torna a sottolineare “l’esigenza non procrastinabile di accelerare una rapida soluzione legata alla autorizzazione da parte delle autorità veterinarie allo smaltimento del letame attraverso lo spandimento sui terreni o consentendone il traporto fuori dell’azienda. Tanto si chiede anche in considerazione del fatto che a seguito di ben tre prelievi sierologici fino ad ora eseguiti, gli esiti sono stati tutti negativi”.
Source link