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Blitz di Fdi in Parlamento, è Daniele Porena il candidato per il Csm al posto di Rosanna Natoli

Ancora un blitz di Fratelli d’Italia, questa volta sul Csm, proprio com’era accaduto per la Corte costituzionale. Hanno scelto chi dovrà prendere il posto di Rosanna Natoli al Csm, dimessasi definitivamente il 16 giugno. Si tratta di Daniele Porena, ordinario di Diritto costituzionale e pubblico a Perugia, qualche mese fa candidato al posto di prorettore, ma senza riuscirci. Ma soprattutto, come si evince dal suo curriculum, con un’evidente vicinanza alle posizioni dei meloniani. Tant’è che le cronache perugine parlano di Porena, classe 1976, “già consigliere comunale da ragazzo per Alleanza Nazionale”, come scriveva il 14 marzo 2014 Perugia Today, come di un possibile candidato alle amministrative di quell’anno.

Proprio il nome di Porena è l’unico, sui 50 tra professori e avvocati che hanno inviato la propria candidatura alla Camera, a essere presentato da “parlamentari”. E oggi, dopo mezzogiorno, il suo nome è stato diffuso all’interno della maggioranza, dopo un accordo che prevede già domani il voto in aula, con l’obiettivo di riuscire al primo colpo a raggiungere i tre quinti necessari sui presenti. Proprio per questo i capigruppo si sono mobilitati. Come hanno fatto i due di Forza Italia, il senatore Maurizio Gasparri e il deputato Paolo Barelli che, in contemporanea, hanno subito inviato un sms ai colleghi ordinando la presenza obbligatoria.

Gasparri ha scritto ai suoi chiedendo loro di garantire la presenza in aula, ma tacendo sul nome del candidato che dovrebbe arrivare ufficialmente da Fdi “domani”. Ma, esattamente com’è avvenuto per il primo voti sul giudice costituzionale Francesco Saverio Marini, con tanto di sms per obbligare la squadra di Fdi al voto, anche stavolta l’indicazione è all’insegna dell’ordine perentorio.

A far di conto si scopre che la maggioranza non ce la potrà fare a raggiungere il quorum dei 3/5, cioè 363 tra deputati e senatori. Proprio come ha già dimostrato l’esperienza del voto sui giudici costituzionali. L’opposizione – Pd, M5S, Avs – ha già concordato la scheda bianca. Nettissimo il no di Matteo Renzi per Italia viva: “Non solo non votiamo, ma non entriamo proprio, per evitare le stucchevoli polemiche in stile La Russa”. Altrettanto drastico il no di Carlo Calenda per Azione: “Noi votiamo scheda bianca visto che non sappiamo neppure il nome di questo candidato”. Il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri parla invece di “fair play parlamentare”. “Qui non c’è un pacchetto di nomine, ma un voto singolo. Le opposizioni dovrebbero avere la correttezza di votare, ci si aspetta da loro un comportamento responsabile”. E poi, al Fatto, ecco l’annuncio: “Andremo a votazioni a oltranza”.

Lo stesso Gasparri cita due “ragioni” dell’improvvisa urgenza di eleggere il consigliere mancante. “Il 4 settembre il Csm deve eleggere il primo presidente della Cassazione, quindi potrebbero cambiare gli equilibri”. Cioè la pattuglia dei laici del centrodestra tornerebbe a pieno organico, 6 consiglieri, in grado di cambiare le sorti di un voto unendosi con i togati, per esempio con Magistratura indipendente che spesso ha votato con loro. La seconda ragione per Gasparri è quel voto sulla pratica a tutela di Raffaele Piccirillo dopo le accuse del Guardasigilli Carlo Nordio, che si è svolta “in due sedute”. Proprio così, la prima seduta in cui i cinque laici del centrodestra hanno abbandonato i lavori facendo venir meno il numero legale. È seguito l’altolà del Colle. E una nuova seduta il giorno dopo. Quando i 5 laici non hanno partecipato al dibattito, ma sono tornati in aula per il voto. Da qui l’urgenza di votare subito e riportare a pieno regime la pattuglia del centrodestra. Anche con votazioni a oltranza. Agosto permettendo.


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