Blasco Pulieri di Casa a prima vista: «Nella vita ho fatto anche la drag queen, poi ho trovato il mio centro grazie a mia moglie e a mia figlia»
Subito dopo la nostra telefonata Blasco Pulieri dovrà correre a teatro: sua figlia Viola è una delle protagoniste della recita scolastica dedicata al Piccolo principe e lui, pur di esserci, ha lasciato le riprese in Abruzzo di Casa a prima vista per rientrare a Roma in tempo per vederla. «Abbiamo studiato insieme la parte e l’abbiamo ripetuta le notti prima di andare a dormire: devo esserci per forza, ed è per questo che ieri sera ho fatto 450 chilometri in macchina», commenta Blasco, che ammette di essere in una fase della vita che definisce, senza troppi giri di parole, «lavatrice».
Perché lavatrice?
«Il successo del programma ci è scoppiato in mano e io sono l’unico agente che ha una bambina piccola: questo, naturalmente, complica le cose a livello della gestione del tempo e dei momenti insieme. Nonostante i mille impegni – sono da poco uscito dall’agenzia per cui lavoravo mettendomi in proprio – cerco di essere il più presente possibile».
Facciamo un passo indietro: cosa voleva diventare Blasco Pulieri quando era piccolo?
«Mio padre è stato un cinematografaro e un allevatore di cavalli, ma io da grande ricordo che volevo guidare il trattore. Durante l’adolescenza ho capito che il mio sogno più grande era fare il velista e il navigatore, tant’è che sono stato istruttore di vela alla scuola di Ventotene e ho fatto regate per anni con il circolo velico dell’Alitalia».
Poi cos’è successo?
«Per mille motivi ho scelto di andare a fare sport in un villaggio turistico alle Maldive: quando sono tornato a Roma, anziché insistere con le regate, ho preferito frequentare la mia ragazzetta dell’epoca, e questo mi ha portato fuori dal giro. Mia madre sognava che almeno uno dei suoi tre figli maschi fosse laureato, e ho deciso di accontentarla».
Laureato in cosa?
«In Sociologia, un po’ perché era un’infarinatura di tutto e non sapevo bene quale sarebbe stato il mio destino, e un po’ perché la facoltà era molto vicino a casa mia. Feci una tesi sui campi di concentramento nel Lazio e mi chiamarono a fare una lectio magistralis in una caserma per esporla in occasione della Giornata della memoria».
Damino Rosa
E?
«Da lì mi è venuta voglia di provare il settore del giornalismo. Ho iniziato come stagista al comitato elettorale di Veltroni come sindaco e da lì mi sono spostato in un’agenzia di stampa. Le cose sono, però, cambiate quando una mia amica mi ha portato a fare un corso di teatro: ne sono rimasto folgorato».
E si è messo a fare l’attore?
«Ho chiamato mia madre che in quel momento era a Pantelleria per dirglielo e lei, dopo avermi spiegato che secondo lei stavo facendo una cazzata, mi ha dato il suo benestare perché avevo 27 anni e tutte le facoltà di decidere per la mia vita. Allora ho iniziato a fare degli spettacoli: nel primo ho interpretato una drag queen, Blush».
Blasco Pulieri come drag queen?
«Entro in sala con una tutina nera, i capelli lunghi e un boa di piume fucsia mentre faccio il playback di I Will Survive: sfido chiunque a non voler fare questa roba almeno una volta nella vita».
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